Lunedì 29 Luglio 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Mosca chiama il Pentagono: "Kiev ha un piano segreto". Gli Usa evitano l’escalation

La telefonata è del 12 luglio: l’ipotesi di un attacco ad aeroporti civili russi. Washington avrebbe fermato gli ucraini pronti a usare i missili americani.

Mosca chiama il Pentagono: "Kiev ha un piano segreto". Gli Usa evitano l’escalation

Un militare ucraino inginocchiato davanti al memoriale per i caduti, allestito. in piazza Indipendenza a Kiev

Secondo il New York Times, che ha riscontri da tre fonti, il ministero della Difesa russo era convinto che l’Ucraina avesse un "piano militare segreto" per colpire la Russia. Tanto che il ministro della Difesa russo Andrej Belousov ha contattato il capo del Pentagono Lloyd Austin per sapere se Washington fosse a conoscenza di questo piano. La telefonata è del 12 luglio, quando Austin ha ricevuto una "richiesta insolita" da Belousov. Secondo le fonti, il ministro russo ha avvertito Washington dei preparativi di Kiev per "un’operazione segreta contro la Russia", che credeva avesse il nullaosta degli americani. Belousov ha chiesto ad Austin se il Pentagono fosse a conoscenza dell’operazione, avvertendolo che in caso affermativo questo avrebbe potuto portare ad un’escalation delle tensioni tra Mosca e Washington. Austin ha chiarito alla controparte russa di "non avere informazioni su un piano del genere". Successivamente gli Stati Uniti hanno contattato la leadership ucraina. "Qualsiasi cosa abbia rivelato Belousov – scrive il quotidiano americano – è stata presa abbastanza sul serio perché gli americani hanno contattato gli ucraini e hanno detto, in sostanza, ‘se state pensando di fare qualcosa del genere, non fatelo“".

Ma che tipo di attacco stavano pianificando gli ucraini e perché i russi si sono attivati con gli americani, presumendo che ne fossero a conoscenza? Il Nyt non sa quale fosse il piano e non fa ipotesi. Secondo una fonte militare di un Paese Nato e un analista – che chiedono di non essere citati – dovrebbe trattarsi di un attacco con missili di lungo raggio Atcams, che secondo il ministero della Difesa russo godono di routine della supervisione tecnico-operativa degli americani nella pianificazione delle missioni. Per questo secondo Mosca l’America non poteva non sapere. Già altre volte gli ucraini hanno effettuato attacchi con Atcams, recentemente in Crimea, perché quindi l’attacco era temuto?

Secondo le fonti interpellate perché era diretto ad obiettivi civili che si trovano entro il range di 300 chilometri dal confine ucraino. In particolare circolano i nomi degli aeroporti civili della città russe Voronezh, Rostov sul Don e Kursk e quello dell’industria aeronautica "Voronizke aktsionerne litakobudivne tovarystvo" di Voronezh. Vero? Diciamo verosimile. Che i servizi segreti militari ucraini e lo stesso stato maggiore non siano trasparenti nelle operazioni oltreconfine – basti pensare all’attacco al ponte di Kerch tra Crimea e Russia – è un fatto. Che il piano esistesse però è un’altra storia: i russi potrebbero aver semplicemente lanciato il sasso per costringere gli americani a scoprirsi e comunque fare pressione su Kiev per non tentare attacchi troppo temerari. Cosa poi successa.