Lunedì 25 Novembre 2024
MARTA
Esteri

Mosca arruola anche gli yemeniti. Zafesova: Putin è a corto di soldati: "Così evita la mobilitazione interna"

Dopo i nordcoreani (già schierati) saranno spediti al fronte anche uomini reclutati dai ribelli Houthi. La giornalista esperta di Russia: "Nel 2022 in tanti fuggirono all’estero, lo zar teme il crollo di consensi".

Mosca arruola anche gli yemeniti. Zafesova: Putin è a corto di soldati: "Così evita la mobilitazione interna"

Dopo i nordcoreani (già schierati) saranno spediti al fronte anche uomini reclutati dai ribelli Houthi. La giornalista esperta di Russia: "Nel 2022 in tanti fuggirono all’estero, lo zar teme il crollo di consensi".

Ottaviani

Dopo i nordcoreani, la Russia starebbe ingaggiando anche combattenti yemeniti. Con una grossa differenza, però. Se l’invio di truppe di Pyongyang è il risultato di uno scambio fra il presidente russo, Vladimir Putin e Kim Jong-Un, gli yemeniti vengono attratti con l’inganno. La denuncia arriva dal Financial Times, che è riuscito a entrare in contatto con alcuni di loro e a farsi raccontare come è avvenuto il reclutamento. Tutte le testimonianze raccontano la medesima prassi. L’arrivo in Russia è stato possibile grazie a una società con base in Oman e controllata dagli Houthi, gruppo armato dello Yemen a composizione soprattutto sciita e legato a doppio filo con Mosca anche per quanto riguarda la partita mediorientale. Finanziati anche dall’Iran, dall’inizio della guerra sono attivi con attacchi alle navi occidentali che transitano dal golfo di Aden e hanno più volte lanciato razzi contro Israele. Adesso, oltre che terroristi, sono diventati anche dei truffatori su ordine di Mosca. I soldati yemeniti sono stati reclutati con l’inganno.

Stando a quello che scrive il Financial Times, i malcapitati sono stati attirati da inserzioni di lavoro che promettevano stipendi elevati e la cittadinanza russa. Peccato che, una volta arrivati nel Paese, siano stati spediti sul fronte ucraino, a fare compagnia ai soldati nordcoreani, ai mercenari provenienti da Nepal e India e probabilmente presto saranno in compagnia anche di militari provenienti dall’Africa Centrale, reclutati dalla Wagner, la milizia un tempo di Evgenij Prigozhin, il ‘cuoco di Putin’, morto nel 2023 e oggi passata sotto il comando dello Stato Maggiore di Mosca. "Sicuramente a Putin piace l’idea di internazionalizzare il conflitto – spiega al QN Anna Zafesova, analista specializzata sulla Russia e sull’ex spazio sovietico, commentando la notizia uscita sul Financial Times – perché risponde alla sua narrazione che lui non è soltanto l’aggressore di un Paese, di un Paese vicino sovrano, ma è anche il leader di una rivolta del Sud globale contro il mondo occidentale. Ma credo che questa sia una motivazione secondaria rispetto a quello che è un banale motivo numerico. Putin sta spendendo i suoi soldati in Donbass. In questo momento, ma sta guadagnando con grande fatica, terreno, spingendo la linea del fronte ogni giorno, qualche centinaio di metri in avanti. Queste centinaia di metri ogni giorno vengono pagati da centinaia di vite di soldati russi. Secondo i dati dell’esercito ucraino, ormai si viaggia verso le 2.000 unità giornaliere".

I legami fra Russia e Yemen preoccupano, e da tempo, anche gli Stati Uniti, secondo i quali ci sarebbero colloqui per il trasferimento di armi e dati satellitari in grado di migliorare la precisione negli attacchi. Impossibile dire se i soldati reclutati dagli Houthi abbiano ricevuto addestramento militare, come successo con i nordcoreani o se, più probabilmente, siano stati mandati allo sbaraglio come successo tante volte in questa guerra.

"La verità – spiega ancora Anna Zafesova – è che Putin ha paura di dichiarare una mobilitazione nel Paese. Lo ha già fatto nel settembre 2022 e il risultato è che molti sono scappati all’estero e non sono più tornati. E si è ritrovato con un collasso immediato nei consensi. La mobilitazione, quindi, è un tabù politico e finché può non vi ricorrerà. Per il momento stanno combattendo i soldati russi che vengono essenzialmente reclutati in cambio di soldi e l’ingaggio per Putin diventa sempre più caro".