Giovedì 26 Dicembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Cop27: la scorsa estate almeno 15mila morti per il caldo

Secondo l'Oms le temperature estreme hanno causato la perdita di oltre 148.000 vite nella regione europea negli ultimi 50 anni.

Roma, 7 novembre 2022 -  Nel 2022 almeno 15 mila persone sono morte in Europa a causa del caldo record. Le temperature estreme hanno causato la perdita di oltre 148.000 vite nella regione europea negli ultimi 50 anni. Da allora, in un solo anno, abbiamo perso almeno altre 15.000 vite. "Sulla base dei dati elaborati finora - ha detto il direttore regionale per l'Europa dell'Organizzazione mondiale della Sanità, Hans Kluge - stimiamo che in Europa almeno 15mila persone siano morte a causa del caldo nel 2022, tra loro quasi 4mila in Spagna, oltre mille in Portogallo, più di 3.200 nel Regno Unito e circa 4.500 in Germania, secondo le segnalazioni arrivate dalle autorità sanitarie nazionali durante i 3 mesi dell'estate". 

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Si prevede che questa stima aumenterà man mano che un maggior numero di Paesi comunicherà l'eccesso di decessi dovuti al caldo. Ad esempio, l'Istituto nazionale francese di statistica e studi economici (INSEE) ha riferito che tra il 1° giugno e il 22 agosto 2022 in Francia sono morte più di 11.000 persone in più rispetto allo stesso periodo del 2019, l'ultimo anno prima della pandemia Covid-19. L'INSEE ha suggerito che queste cifre sono "probabilmente spiegate dall'ondata di calore che si è verificata a metà luglio, dopo un primo episodio di canicola già a metà giugno". "Tutto queso significa che "il cambiamento climatico ci sta già uccidendo", ha avvertito il direttore regionale dell'Organizzazione mondiale della sanità, Hans Kluge, che ai partecipanti alla Conferenza delle Nazioni Unite sul climate change (Cop27) in corso a Sharm-Sharm el-Sheikh in Egitto chiede "misure forti per prevenire ulteriori decessi". "Perché finora - osserva - benché l'Oms e i suoi partner abbiano lanciato da tempo l'allarme, l'azione è stata pericolosamente incoerente e troppo lenta". "Nella regione europea dell'Oms - analizza il direttore - proprio la scorsa estate abbiamo assistito a un'escalation di ondate di caldo, siccità e incendi", eventi che "hanno avuto tutti un impatto sulla salute delle nostre popolazioni". Dopo quella che per il servizio Ue Copernicus sui cambiamenti climatici è stata "l'estate più calda mai registrata", con "l'agosto più torrido", Kluge spiega che "lo stress da caldo è la principale causa di morte correlata alle condizioni meteorologiche nella regione europea". Ma "le temperature estreme possono anche esacerbare patologie croniche come le malattie cardiovascolari, respiratorie e cerebrovascolari, o condizioni legate al diabete". "In Europa - prosegue il capo dell'Ufficio regionale Oms - tra il 1911 e il 2021 le temperature sono aumentate notevolmente, al ritmo di circa 0,5 gradi C per decennio. Siamo la regione con il riscaldamento più rapido, stando a un rapporto lanciato questa settimana dall'Organizzazione meteorologica mondiale (Omm). Le temperature estreme hanno causato oltre 148mila vittime nella regione europea negli ultimi 50 anni, soltanto in un anno abbiamo perso almeno altre 15mila vite" e "questa stima si prevede aumenterà" ulteriormente, "a mano a mano che più Paesi segnaleranno un eccesso di decessi provocato dal caldo".

"Il cambiamento climatico - osserva Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell'Oms - sta rendendo milioni di persone malate o più vulnerabili alle malattie in tutto il mondo e la crescente distruttività degli eventi meteorologici estremi colpisce in modo sproporzionato le comunità povere ed emarginate". "È fondamentale che i leader e i responsabili delle decisionialla COP27 mettano la salute al centro dei negoziati". "La nostra salute - osservano all'Oms - dipende dalla salute degli ecosistemi che ci circondano, e questi ecosistemi sono oggi minacciati dalla deforestazione, dall'agricoltura e da altri cambiamenti nell'uso del suolo e dal rapido sviluppo urbano. Lo sconfinamento sempre maggiore negli habitat animali aumenta le opportunità per i virus dannosi per l'uomo di passare dal loro ospite animale. Tra il 2030 e il 2050, si prevede che il cambiamento climatico causerà circa 250.000 morti in più all'anno per malnutrizione, malaria, diarrea e stress da calore".