Giovedì 21 Novembre 2024
GIAMPAOLO PIOLI
Esteri

L’incaprettamento, cos’è: venti morti in 15 anni, solo due Stati lo vietano

Negli Usa c’è un grande dibattito sulla tecnica usata per gli arresti da parte delle forze dell’ordine

Matteo Falcinelli, 25 anni, incaprettato nella camera di sicurezza

Matteo Falcinelli, 25 anni, incaprettato nella camera di sicurezza

New York, 6 maggio 2024 – Tredici infiniti minuti a pancia in giù, con le mani dietro la schiena, legate ai piedi con una cintura di nylon. Così sarebbe stato immobilizzato Matteo Falcinelli, lo studente spoletino della Florida International University barbaramente arrestato dagli agenti della polizia di Miami nella notte tra il 24 e il 25 febbraio scorsi.

In italiano la tecnica è nota come incaprettamento, terminologia che richiama soprattutto le macabre punizioni mafiose contro i traditori (in quel caso, si passava solitamente la corda attorno al collo della vittima in modo da essere sicuri che questa soffocasse).

Negli Stati Uniti l’espressione hog-tie richiama una pratica che molti Stati si apprestano ad abolire o di fatto non la insegnano più nelle accademie di polizia. L’immobilizzazione ha una sua derivazione di origine animale e attiene al modo in cui gli allevatori incatenavano i maiali ( hogs ) prima di ucciderli. È una delle più controverse tecniche di arresto e immobilizzazione, tanto da essere considerata da molti come un autentico metodo di tortura.

Già nel 1995 il Dipartimento di Giustizia Usa aveva lanciato un avvertimento per scoraggiarne l’uso a causa della possibilità che le vittime morissero per asfissia posizionale. Negli ultimi quattro anni, poi, complice il decesso per soffocamento dell’afroamericano George Floyd a Minneapolis nel 2020, diversi Stati USA hanno approvato in fretta e furia modifiche alle regole d’ingaggio di polizia e chiedendo massima cautela nell’incaprettare – senza tuttavia vietare del tutto la pratica.

Gli unici due Stati ad aver messo completamente fuorilegge l’ hog-tying sono stati la California, nel 2021, e più recentemente lo Stato di Washington, che ha approvato un divieto analogo lo scorso marzo, quattro anni dopo la morte per asfissia del 33enne Manuel Ellis, anche lui afroamericano. Ad ogni modo,

molte forze di polizia ne hanno autonomamente bandito la pratica, come nel caso di New York e Los Angeles. Altre invece continuano a utilizzarla. Tra queste proprio la polizia di Miami.

Secondo la Nbc, negli ultimi 14 anni almeno una ventina di persone avrebbero perso la vita negli Stati Uniti a causa dei brutali metodi di immobilizzazione della polizia. Dei 23 decessi calcolati fino al 2021, il più eclatante è stato proprio quello di Floyd, soffocato sotto le ginocchia dell’agente di polizia di Minneapolis Derek Chauvin nel maggio 2020. Un caso che ha rappresentato la scintilla del movimento BlackLivesMatter.

Le vittime in prevalenza erano persone di colore. L’ultimo soffocamento mortale col ginocchio è avvenuto la settimana scorsa in Ohio, ma ha avuto molto meno clamore del caso Floyd sebbene tutti i responsabili siano già stati sospesi e andranno a processo, inchiodati dalle immagini delle loro bodycam.