Lunedì 10 Febbraio 2025
GIUSEPPE BONI
Esteri

Morti e feriti: un milione di vittime. Truppe in affanno, dialogo possibile

Zelensky fatica a rimpiazzare i soldati al fronte, mentre la Russia (a parole) mobilita altri 100mila uomini

Soldati ucraini impegnati nella neve del Donetsk

Soldati ucraini impegnati nella neve del Donetsk

di Beppe BoniL’artiglieria continua a tuonare, i droni assassini proseguono i loro voli micidiali mentre la diplomazia forse sta facendo qualche concreto, seppur timido, passo avanti per far tacere le armi in Ucraina. Mezzo mondo con sfumature diverse, dalla spavalderia trumpiana al soft power europeo con la Cina sullo sfondo, si muove in uno scenario dove il bilancio di morti, feriti e distruzione dell’aggressore, Russia, e dell’aggredito, Ucraina, a quasi tre anni dall’inizio della guerra (24 febbraio 2022) ha un peso determinante. La Russia non ha ancora vinto, l’Ucraina non ha ancora perso ma i due avversari sembrano ora più propensi a sedersi in un tavolo di mediazione. Entrambi devono fare in conti con una strage di soldati da ambo le parti sempre più difficile da sostenere verso l’opinione pubblica.

La meglio gioventù lascia la vita sul campo di battaglia, i civili ucraini muoiono sotto le bombe. Putin mette il bavaglio all’opinione pubblica, ma il disagio è forte, Zelensky a sua volta pur contando sull’orgoglio patriottico degli ucraini fa sempre più fatica a rimpiazzare i soldati persi al fronte e le diserzioni. La gente resiste, ma dà segni di cedimento nel morale. Ci sono crepe anche nell’esercito. La 155a brigata delle forze armate, addestrata dalla Nato, una delle unità più combattive, tempo fa ha visto più di 1.000 soldati disertare a sud di Pokrovs’k.

Le cifre che disegnano la carneficina intanto vanno sempre prese con beneficio di inventario a seconda chi le fornisce, talvolta gonfiate o ridimensionate. Comunque danno l’idea del costo umano del conflitto. Secondo stime delle Nazioni unite nell’inferno ucraino già a fine 2024 si contavano poco più di 1 milione tra morti, feriti e dispersi, di questo totale più o meno 718.900, secondo lo Stato maggiore ucraino, sono da addebitare a Mosca (360mila solo nel 2024), il resto a Kiev, civili compresi.

Alcuni giornali russi stimano i morti di Mosca in 150mila unità. L’esercito di Putin deve mettere in conto anche un migliaio di militari nordcoreani annientati nelle battaglie nel territorio russo del Kursk. I militari ucraini rimasti uccisi in combattimento secondo alcuni siti web indipendenti sono circa 100mila. Le perdite moscovite negli ultimi tempi sono aumentate sensibilmente anche se nel Donbass i russi guadagnano terreno. Secondo l’intelligence ucraina si registra infatti un’impennata di richieste di informazioni da parte di famiglie russe su almeno 60mila soldati dispersi. Probabilmente il numero reale dei "missing in action" è superiore rispetto ai dati ufficiali. Il web site ucraino segnala inoltre che fino a dicembre erano stati distrutti 9.162 tank russi, 18.470 blindati, danneggiate 28 navi da guerra e un sottomarino, 369 aerei e 329 elicotteri.

Dentro gli oltre mille giorni di guerra si celano storie tragiche, sogni infranti, vite lacerate anche per chi resta. I numeri su cui c’è condivisione ufficiale sono quelli dell’Agenzia Onu per i rifugiati. Questi registrano 6,7 milioni di ucraini che hanno cercato rifugio fuori dal Paese, mentre gli sfollati interni sono quasi 4 milioni. I bombardamenti hanno danneggiato siti che producono energia poi 3.798 scuole, 1.619 strutture sanitarie. Il sito ufficiale ucraino evidenza 146 crimini di guerra russi. L’Occidente continua a fornire armi e tecnologia a Kiev, Olanda e Francia hanno appena inviato aerei F16 e Mirage, ma la devastazione delle strutture civili e le perdite umane rendono sempre più difficile fermare l’offensiva. Putin dal canto proprio mobilita altri 100mila uomini. Solo marketing? Chissà. La diplomazia avvia mediazioni, intanto in Ucraina si continua a morire di bombe e disperazione.