Venerdì 14 Febbraio 2025
REDAZIONE ESTERI

Morta l’attrice sudcoreana Kim Sae-ron: trovata senza vita in casa a 24 anni

L’ipotesi più probabile sembra essere quella del suicidio. Avviata al cinema da giovanissima, la sua brillante carriera aveva subito una battuta d’arresto per uno scandalo

L'attrice sudcoreana Kim Sae-ron, morta a 24 anni (Afp)

L'attrice sudcoreana Kim Sae-ron, morta a 24 anni (Afp)

Roma, 17 febbraio 2025 – Lutto nel mondo dello showbiz sudcoreano: è morta a soli 24 anni l’attrice Kim Sae-ron. A dare l’allarme un amico che avrebbe dovuto vedersi con lei ieri pomeriggio, ma che l’ha trovata senza vita nella sua casa a Seongsu-don. La polizia sta indagando sulle cause della morte. Le indagini preliminari non hanno rilevato segni di effrazione nell’appartamento e, per ora, l’ipotesi più probabile sembra essere quella del suicidio.

Una carriera promettente

Nonostante la giovane età, Kim Sae-ron era già una star affermata. Nel 2009, aveva debuttato sul grande schermo con ‘A brand new life’, subito sotto i riflettori con un ruolo da protagonista che le vale un invito al Festival di Cannes, rendendola l’attrice sudcoreana più giovane di sempre sul red carpet.

È, però, con ‘The man from Nowhere’ – film campione d’incassi nel 2010 – che raggiunge la vera notorietà, affermandosi come una delle stelle emergenti più promettenti del cinema sudcoreano.

Dopo questi enormi successi, Kim Sae-ron riceve numerosi ruoli che non fanno altro che confermare il suo innegabile talento, ma nel 2022 è costretta al ritiro a causa di uno scandalo.

Lo scandalo e il ritiro dal cinema

La popolarità di Kim Sae-ron subisce una brusca battuta d’arresto il 18 maggio del 2022. Alla guida in stato di ebbrezza nelle strade di Gangnam-gu, l’attrice perde il controllo dell’auto schiantandosi contro un guardrail e un generatore di energia, lasciando senza elettricità 57 negozi della zona per circa tre ore.

Il tasso alcolemico dell’attrice fa grande scalpore nel Paese asiatico, a quanto pare era pari a un 0,2%, ben oltre il limite dello 0,08% che porta alla revoca della patente.

La sentenza non si è fatta attendere: una multa da 20 milioni di won (poco oltre 13mila euro) e una carriera congelata, con tutte le sue attività sospese.

Solo l’anno scorso Kim Sae-ron si era riavvicinata al mondo della recitazione ottenendo un ruolo in ‘Guitar man’, film indipendente diretto da Shin Jae-ho, il quale la ricorda adesso come un’attrice professionale ma sempre con un atteggiamento positivo.

La ‘cancel culture’ coreana

Il presunto suicidio di Kim Sae-ron non è, però, un caso isolato. Negli ultimi anni, numerosi attori e artisti sudcoreani si sono tolti la vita. Se le motivazioni rimangono personali e mai riconducibili a una causa univoca, bisogna comunque individuare un filo conduttore che spingerebbe delle giovani promesse del mondo dello spettacolo a compiere atti così estremi.

La Corea del Sud è tristemente nota per la sua ‘cancel culture’, una forma estrema di ostracismo e boicottaggio nei confronti di personaggi pubblici coinvolti in controversie. Un fenomeno che si è diffuso anche in Occidente soprattutto in relazione al discorso sul politicamente corretto. Tuttavia, in Corea del Sud, essa assume contorni ancora più rigidi, radicandosi in una tendenza all’esclusione sociale sistematica.

I giovani ‘Idols’ sudcoreani sono spesso cantanti che fanno parte di gruppi musicali, oppure attori in film e serie tv: idolatrati sia a livello nazionale che internazionale, il loro ruolo non si limita a intrattenere il pubblico. Si parla di veri e propri modelli da seguire, perfetti, intoccati. In questo tipo di cultura è inconcepibile l’errore, pena una damnatio memoriae che li cancella dalla vita pubblica, quasi come se non fossero mai esistiti. Non è abbastanza l’interruzione della propria carriera e il doversi reinventare come individuo, se sei un Idol e ti trovi nel bel mezzo di uno scandalo mediatico, non mancheranno critiche e cyberbullismo. La redenzione è pressoché impossibile, ma i più determinati ci provano, come nel caso di Choi Seung-hyun, che ha interpretato ‘Thanos’ in Squid Game 2. Nove anni fa, il rapper è stato condannato a dieci mesi di carcere per possesso di marijuana e la sua presenza nella serie ha scatenato le polemiche proprio in virtù di questo passato.