Parigi, 10 febbraio 2022 - Genio anticonformista, ironico e profondo, divenuto (forse suo malgrado) paladino dei no-vax, se ne va in punta di piedi Luc Montagnier, premio Nobel per la medicina nel 2008 per gli studi sull'AIDS. Ora che la scomparsa è stata confermata ufficialmente, a funerali avvenuti, possiamo dire che la morte del virologo lascia un vuoto mediatico non indifferente, mentre l'eredità scientifica è già passata alle nuove generazioni di ricercatori. Negli ultimi tempi, dominati dalla pandemia, il medico francese è più volte balzato agli onori della cronaca. Lo ricordiamo quando, senza timore di smentite, sostenne pubblicamente di diffidare delle versioni ufficiali che attribuivano a un salto di specie dal pipistrello all'uomo l'origine del primo focolaio di infezione da nuovo Coronavirus, uscito fuori dal mercato bestiame della metropoli cinese (lui ha sempre sostenuto che il virus sia sfuggito al controllo del laboratorio di virologia, che guarda caso per anni ha studiato proprio). Ultimamente poi, Luc Montagnier aveva lanciato affermazioni disinvolte, al limite della spregiudicatezza, sulla validità delle vaccinazioni anti-Covid, sollevando un'ondata di sdegno da parte del mondo della medicina, perché finivano per scoraggiare le campagne di profilassi che di fatto hanno arginato e poi affossato la circolazione delle varianti del virus.
Luc Montagnier, dal Nobel alle teorie no vax
Montagnier, l’ultimo colpo di scena. Anche la morte diventa complotto
Dall'Aids all'Alzheimer
Luc Montagnier, che lega la sua fama al virus Hiv (morivano tutti, ora si salvano) si è concentrato sulle epidemie oscure del nuovo millennio, ma anche sulle tante patologie dalla genesi ancora in buona parte sconosciuta, come sclerosi multipla, Parkinson, artrite reumatoide, Alzheimer, autismo. Ha ipotizzato che possano entrare in gioco, nel determinare i processi patologici che colpiscono ora il sistema nervoso, ora il sistema immunitario, virus freddi e batteri silenziosi. L'infettivologo francese ha anche sostenuto che sia possibile tentare di fermare lo stillicidio di tante affezioni con l'uso accorto degli antibiotici , un po’ come avvenuto per ulcera, gastrite e tumore allo stomaco: si pensava allo stress, si è visto che sono causati da un germe, Helicobacter, che oggi si spazza via con un ciclo di farmaci, e che in un prossimo futuro, si presume, sarà possibile debellare modificando il microbiota intestinale senza ricorso alla chimica, utilizzando colonie di batteri buoni, opportunamente titolati, da ingerire come normali probiotici.
La carriera
Montagnier è mancato all'età di 89 anni, ma aveva la vitalità e l'irruenza di un ragazzino. Nato il 18 agosto del 1932 a Chabris, un piccolo comune situato nel Centro-Valle della Loira, era direttore emerito del Centre national de la recherche scientifique dell'Istituto Pasteur di Parigi, dove nel 1983 assieme a Francoise Barré'-Sinoussi ha scoperto il virus HIV. Per questa eccezionale scoperta Montagnier vinse il Premio Nobel per la Medicina. Negli anni è stato direttore del laboratorio di biologia cellulare e molecolare al Queens College della City University di New York, e visiting professor alla Jiao-tong University di Shanghai.
Controversie
In anni recenti, Montagnier aveva fatto scalpore per certe sue affermazioni, spesso ponendosi in disaccordo con la comunità scientifica. Aveva infatti condiviso e sostenuto battaglie per uscire dalle convenzioni, fino ad abbracciare posizioni considerate antiscientifiche, ad esempio a proposito delle ricerche sulla memoria dell'acqua, principio alla base dell'omeopatia, che furono pesantemente contestate in Italia, dati alla mano, dall' Istituto Mario Negri di Milano. E ancora, di Montaglier si ricordano le prese di posizione a favore del consumo della papaya fermentata come integratore alimentare.