Roma, 22 gennaio 2024 – Si chiamerà Aspides, e sarà una missione militare in base all’articolo 44 del Trattato sull’Unione Europea, che prevede che il Consiglio Ue possa affidare la realizzazione di una missione “a un gruppo di Stati membri che lo desiderano e dispongono delle capacità necessarie per tale missione”, in coordinamento con l’Alto rappresentante Ue. Aspides si inserirebbe nella copertura della missione Agenor, nata su proposta francese nel 2020 per proteggere il traffico marittimo che transita attraverso lo Stretto di Hormuz, che divide Golfo di Oman e Golfo Persico.
All’operazione prenderanno parte almeno tre paesi, Italia, Francia e Germania ma sono in corso discussioni anche con Olanda, Belgio, Danimarca, Grecia e con la Norvegia. L’obiettivo e avere una forza di 5-6 unità, delle quali due, o forse tre se avremo il comando operativo della missione, saranno italiane. La missione sarà coordinata con quella a guida americana denominata Prosperity Guardian (della quale fanno parte, oltre a Stati Uniti e Gran Bretagna, anche Canada, Olanda e Norvegia, che nella missione che non schierano unità navali, e anche Danimarca e Grecia, paesi candidati anche per Aspides).
Aspides – secondo le regola di ingaggio che sono ancora in via di scrittura – avrà il compito di scoprire con i suoi radar (e con l’eventuale utilizzo di droni o aerei) e quindi intercettare con i propri missili i droni e i missili balistici o da crociera e gli eventuali aerei yemeniti che mettono a rischio la navigazione nel basso Mar Rosso e nel golfo di Aden. Ragionevolmente avrà anche il diritto di intercettare eventuali imbarcazioni che partendo dalle coste yemenite tentino di bloccare e/o prendere il controllo dei mercantili di passaggio. Al momento è invece esclusa la possibilità di effettuare strike preventivi o contro-strike contro le batterie di lancio dei missili o gli aeroporti dai quali sono decollati i droni.
“L'operazione Agenor, organizzata nell'ambito dell'iniziativa EMASOH (European-led Maritime Awareness Strait of Hormuz) – spiega la Marina Militare – trae la sua origine da una proposta francese avanzata nel gennaio 2020 in ambito Consiglio dell'Unione Europea. Lo scopo è quello di dispiegare un contingente militare, a connotazione prevalentemente marittima e costituito tra le nazioni europee, in un'area di operazione centrata sullo stretto di Hormuz ed estesa verso nord a tutto il Golfo Persico e verso sud alla zona di Oceano Indiano posta in corrispondenza delle coste omanite. L'obiettivo della missione è quello di salvaguardare la libertà di navigazione e la sicurezza delle navi in transito nell'area dello stretto, garantendo la compilazione della Maritime Situational Awareness (MSA) tesa a rilevare eventuali atti illegali e la gestione de-escalatoria delle dinamiche locali. In teatro, il contingente EMASOH si troverà a operare in presenza di altri dispositivi, a loro volta inseriti nell'ambito delle operazioni Atalanta, della Combined Maritime Force e dell'International Maritime Security Construct denominata Sentinel.
Nel 2021 la Marina Militare ha contribuito con Nave Martinengo, che ha preso parte all'operazione per circa 2 mesi da ottobre a novembre. Per il 2022, la Forza Armata ha contribuito sia fornendo assetti (NaveThaon di Revel) che assumendo il Comando tattico dell'operazione dal 6 luglio 2022 al 27 gennaio 2023 con il Contrammiraglio Costantino.
Anche per il 2023 la Marina ha rinnovato il suo impegno nelle acque strategiche del Golfo persico contribuendo alla missione alimentando alcune posizioni dello staff internazionale con proprio personale durante il primo semestre del 2023 quando il Belgio ha garantito il Force Commander e nel secondo semestre con diversi assetti navali (Nave Rizzo e Nave Thaon di Revel) e facendosi carico del Comando tattico assegnato al Contrammiraglio Panebianco dal 9 giugno 2023 sino al 7 dicembre 2023”.