Ottaviani
Torna a salire la tensione fra Russia e Stati Uniti. Ieri poco dopo mezzogiorno, un missile è esploso nei cieli della città di Sebastopoli, nella penisola di Crimea. Le schegge sono precipitate su una spiaggia posta ad appena sei chilometri dall’aeroporto militare di Belbek. Il bilancio, provvisorio, parla di cinque morti, fra cui tre bambini, e di 120 feriti. Di questi, ce ne sarebbero almeno 12 in condizioni molto serie e anche in questo caso cinque sarebbero minori. Mosca ha puntato il dito contro gli Stati Uniti, cercando di scaricare su di loro le responsabilità di una tragedia che potrebbe fare da miccia incendiaria nel conflitto. Il missile esploso in aria, infatti, è un Atacms di fabbricazione statunitense. Secondo il Cremlino solo gli specialisti americani possono calcolare le specifiche di volo sulla base dei dati satellitari raccolti. Il capo del Comitato per la sicurezza della Duma di Stato (la camera bassa del parlamento russo), Vassilij Piskarev, ha affermato che gli Stati Uniti "sono stati gli organizzatori dell’attacco terroristico a Sebastopoli e che devono essere ritenuti responsabili". I dispacci battuti dalle agenzie russe garantiscono che questa azione ‘non resterà impunita’. Nelle prossime ore, potrebbe arrivare una dichiarazione da parte del portavoce del Cremlino, Dmitrij Peskov. Ma la Piazza Rossa ha comunque già chiesto l’intervento delle organizzazioni internazionali, che potrebbe essere più complicato del previsto.
Come sempre in queste situazioni, alla versione del Cremlino si contrappone quella di Kiev, che rovescia completamente la verità secondo Mosca, mettendo i fatti in una luce completamente diversa. Secondo l’Ucraina, i missili lanciati sono stati cinque. Quattro sono stati intercettati dai russi. Un quinto è stato deviato dalla difesa missilistica russa, esplodendo a mezz’aria sulla spiaggia di Uchkuyivka.
Tra le vittime ci sarebbe anche la figlia di Oleg Averyanov, il vicesindaco della città portuale di Magadan, rende noto l’agenzia Interfax citando il sindaco di Magadan, Yury Grishan. "Ci sono bambini tra le vittime, tra cui Sofia, 9 anni, la figlia del vicesindaco di Magadan. La bambina era in vacanza a Sebastopoli con i genitori", scrive Grishan su Telegram. Mistero nel mistero, il governatore di Sebastopol, Mikhail Razvozhaev, aveva inizialmente detto che tutti e cinque i missili erano stati abbattuti con successo sul Mar Nero, prima che potessero raggiungere le coste della Crimea.
Intanto, sul web, le immagini delle schegge che cadono sulla spiaggia sono diventate virali ed è impossibile non notare come i villeggianti non siano stati avvertiti dell’imminente pericolo né sia suonata una sirena di allarme per fare capire loro che qualcosa stava per succedere. I video mostrano giovani coppie con bambini e giovani in preda al panico allontanarsi al litorale e cercare riparo nei numerosi ristoranti presenti nella zona. Per la Russia si tratta di un danno rilevante, anche solo a livello di percezione da parte della popolazione.
La Crimea è la regione che Mosca è riuscita a strappare all’Ucraina grazie a tecniche di guerra non lineare nel 2014. Da quel momento si è adoperata per una rapida ‘russificazione’ della città. Dall’inizio del conflitto, che in Russia chiamano ‘operazione militare speciale’, Mosca ha fatto molta fatica perché la Crimea non venisse coinvolta, invitando la popolazione a condurre una vita normale e postando su canali Telegram vicini alla propaganda le immagini di una Sebastopol dove la vita scorreva serena.
La realtà è un po’ diversa. Secondo il canale Telegram Crimean Wind, nelle ultime ore si sono verificate diverse esplosioni nelle principali città della penisola. Per sicurezza, le autorità hanno deciso di bloccare il ponte di Kerch, che collega la Crimea alla Russia e che in passato è già stato oggetto di attentati da parte dell’intelligence ucraina. Il raid è arrivato un giorno dopo l’attacco con bombe guidate russe sulla città di Kharkiv che ha colpito un edificio residenziale, uccidendo tre persone e ferendone più di 50.