Roma, 2 novembre 2024 – Settantadue interminabili ore sotto una montagna di fango e detriti. Tre intere giornate al buio, al freddo, senza acqua né cibo, in fondo a quella che sarebbe potuta diventare la sua bara, una macchina inghiottita dalla furia dell'alluvione e scaraventata in fondo a un sottopassaggio a Benetusser, uno dei centri più colpiti dalle inondazioni nei dintorni di Valencia.
Ma lei non si è mai arresa, nemmeno quando le ore passavano inesorabili e intorno a sé non c'era altro che odore di morte e devastazione. Così, quando ieri ha sentito i rumori dei soccorritori che stavano liberando dalle carcasse di auto il sottopassaggio, lei, una donna come tante, ma con una forza d'animo unica, ha iniziato a gridare con tutto il fiato che le restava in corpo. Ha urlato più e più forte, con tutta la disperazione e la paura di dover restare ancora lì, nel fondo buio e melmoso. Fino a quando le sue grida, quasi una preghiera levata al cielo di Valencia, sono state percepite dai soccorritori.
Un miracolo. Trovare qualcuno sepolto vivo. Un miracolo che ha restituito la donna alla vita e ai soccorritori ha ridato nuova forza e slancio per scavare sotto le macerie, in cerca di altri sopravvissuti. Perché Valencia non si arrende e quella donna, intrappolata e sopravvissuta, è diventata già simbolo di rinascita e di speranza, della vita che si piega ma non si spezza e della voglia di ripartire di un intero Paese.
Il capo della Protezione Civile della Comunità Valenciana, Martin Perez, ha dato la notizia ieri ai quasi 400 volontari concentrati nel padiglione Moncada. Una boccata d'ossigeno dopo ore e giorni di ricerche spasmodiche, scavando anche a mani nude per trovare ancora qualcuno vivo sotto la fanghiglia che tutto ricopre. Secondo quanto riferisce il sito Horta noticias la donna è stata salvata “dopo ore di intense manovre di rimozione dei detriti e di ricerca. I vigili del fuoco e le unità di emergenza hanno lavorato instancabilmente, controllando ogni angolo: garage, scantinati e strade piene di fango e detriti, per garantire che nessuno rimanesse senza assistenza”.
Il ritrovamento della “donna coraggio” ha riacceso le speranze di altri cittadini, ancora alla ricerca di amici e parenti, e dei soccorritori che lavorano senza sosta per strappare altri corpi alla fanghiglia che ha steso un velo grigio su Valencia.