Roma, 17 maggio 2023 - E' allarme nel Regno Unito per l'aumento di casi di miocardite tra i neonati per colpa dell'infezione da enterovirus. Il Galles, tra giugno 2022 e marzo 2023, è stato il più colpito con 10 casi, seguito dall'Inghilterra sud-occidentale con 5 piccoli malati. A rilanciare le preoccupazioni dei medici Gb è l'Organizzazione Mondiale della Salute (Oms).
Boom di casi di miocardite tra i neonati
L'aumento anomalo di miocardite in neonati e lattanti, per enterovirus, è stato segnalato lo scorso aprile dal National IHR Focal Point britannico, un centro nazionale in diretto contatto con l'Oms. I dati parlavano di un totale di 15 neonati e lattanti, di età non superiore ai 28 giorni, con sepsi neonatale. Otto sono stati trattati in terapia intensiva, ma un piccolo è deceduto prima. La caratteristica comune dei erano i segni di una miocardite, cioè un'infiammazione del cuore caratterizzata da palpitazioni, difficoltà respiratorie, causata da infezioni virali o malattie autoimmuni.
Gli enterovirus
Gli enterovirus, insieme ai rhinovirus (il raffreddore) e ai parechovirus umani, sono un genere di picornavirus (piccoli virus a RNA). Tutti gli enterovirus sono antigenicamente eterogenei e hanno una vasta distribuzione geografica. Possono causare una serie di malattie infettive e sono responsabili di epidemie annuali che nella maggior parte dei casi sviluppano una sintomatologia lieve (febbre e raffreddore), ma nei neonati di età inferiore a un mese possono avere conseguenze più gravi. I piccoli possono essere colpiti dal sottotipo coxsackievirus, di cui il tipo A causa la malattia mano-piede-bocca, come la congiuntivite emorragica, erpangina, e meningite asettica, poi c’è il tipo B che causa miocardite e pericardite infettive e pleurodinia (malattia di Bornholm). Visto che non è disponibile una terapia antivirale specifica, il trattamento si concentra sulla prevenzione delle complicazioni, così come raccomanda l'Oms. Inoltre manca un vaccino e la sola risposta per tenere sotto controllo i focolai sono le classiche misure igieniche, tra cui il lavaggio frequente delle mani e la disinfezione di indumenti e superfici sporche. Fino alla chiusura di nidi e le scuole per ridurre l'intensità della trasmissione.