Mercoledì 18 Dicembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Putin e la minaccia nucleare contro le capitali europee, quanto è alto il rischio di guerra totale?

L’obiettivo di Mosca è terrorizzare le opinioni pubbliche agitando lo spettro atomico per ‘ammorbidire’ i governi occidentali. Ma passare all’azione sarebbe suicida

Vladimir Putin, 71 anni (Epa)

Vladimir Putin, 71 anni (Epa)

Rom, 13 luglio 2024 –  La presenza di capitali europee tra i target atomici russi, come già per i target sovietici, non è niente di nuovo e ha la finalità di terrorizzare le opinioni pubbliche occidentali, in modo che agiscano sui governi per ridurre la pressione militare su Mosca. C’è una strategia di persuasione dunque dietro le dichiarazioni del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov alla tv russa. “Gli Stati Uniti hanno schierato una varietà di missili di diversa gittata in Europa, che sono tradizionalmente puntati sul nostro paese – ha detto Peskov –. Di conseguenza, il nostro paese ha designato le località europee come obiettivi dei nostri missili”. E per missili s’intende missili nucleari. 

In realtà i russi sanno benissimo che se attaccassero le capitali, e comunque i centri urbani, gli alleati farebbero lo stesso e si arriverebbe alla cosiddetta MAD (mutal assured distruction, distruzione reciproca assicurata) che trasformerebbe tutti i paesi che partecipano alla guerra nucleare in perdenti e farebbe decine di milioni di morti. 

Impensabile, e infatti durante tutta la guerra fredda nessuno ha avuto il coraggio di un attacco “preventivo” proprio perché sapeva benissimo che in una rapida escalation si sarebbe giunti alle fatidiche “capitali” e questo avrebbe portato alla distruzione totale reciproca. Lo stesso vale anche oggi.

In ogni caso la dottrina nucleare strategica prevede che  gli attacchi di “prima ondata” vadano verso basi che ospitano armi nucleari, aeroporti militari, porti militari. Solo in una seconda ondata i pianificatori degli stati maggiori delle potenze atomiche hanno in lista attacchi contro città sedi di importanti comandi militari, porti civili, grandi snodi ferroviari, industrie militari. E solo in caso di guerra totale (che può scattare anche subito, in risposta ad un attacco devastante con centinaia di testate) si pensa alle capitali e alle altre città. Che sono ovviamente in lista, ma come ultima risorsa.

Ma se qualcuno tentasse a sorpresa un attacco ‘preventivo’ ai centri di potere siti nella capitali? E’ possibile in via puramente teorica, ma se mai qualcuno avesse l’ardire e la follia di farlo, degenererebbe subito nella distruzione reciproca. Sarebbe folle e suicida. E questo significa che le notizie che vengono dalla Russia non sono una escalation, ma pura guerra psicologica. E prenderle alla lettera fa il gioco di Putin.