Giovedì 26 Dicembre 2024
GABRIELE CANE'
Esteri

Migranti, il tunnel dell'ipocrisia

VERREBBE quasi voglia di prenderli a schiaffi. Piu delicati, quasi delle carezze (galanteria oblige) per la signora Theresa May, ministro degli Interni del Regno Unito. Più rudi, e meritati, per il suo collega francese Bernard Cazeneuve. I quali, da quando il tunnel sotto la Manica è diventato un’autostrada della disperazione per migranti, hanno scoperto che esiste l’Europa. È bastato qualche migliaio di clandestini, numeri che a Lampedusa si contano in un giorno, per far scoprire a lor signori che il problema è grosso, e che da soli non ce la si fa. Ma guarda. Sono rimasti talmente impressionati che lo hanno pure scritto a quattro mani su un giornale. «La questione non può riguardare solo i nostri due Paesi, molti migranti hanno attraversato l’Italia e la Grecia». Esatto. Molti di loro, infatti, sono quelli che le navi inglesi soccorrono in mare, scaricano nei nostri porti, poi girano la prua e se la svignano a macchine avanti tutta. Perché Cameron ha detto e ridetto, e ci ha vinto pure le elezioni, che lui di stranieri non vuole nemmeno più vedere l’ombra. Altri, invece, sono riusciti a passare a Ventimiglia dove la Francia impone un blocco arrogante, e probabilmente illegale. Così noi risultiamo quelli cattivi che teniamo dei poveracci da settimane sugli scogli, mentre loro fanno gli gnorri a cinquanta metri di distanza. Forse la nostra azione diplomatica non è stata sufficientemente rude. Forse le loro orecchie sono clamorosamente sorde. Ma sta di fatto che fino a ieri, quando eravamo noi a dire che il problema era continentale, anzi internazionale, i più facevano spallucce, qualcuno tirava su un muro per conto proprio (l’Ungheria), e alla fine arrivava solo qualche soldo e una ridistribuzione tra gli Stati da mensa dei poveri.

ADESSO scoprono l’Europa. Bel pulpito. In Inghilterra aspettano il referendum per decidere se recidere il cordone con il continente. Nel frattempo hanno la sterlina, i galloni, circolano a sinistra…E adesso saranno capaci di rivendicare l’allargamento del tavolo. Figuriamoci. La Francia è riuscita a far finta di aver vinto la Seconda guerra mondiale quando dal 14 giugno 1940 i soldati tedeschi hanno girellato tranquilli sugli Champs Elisées. Comunque, ben vengano i ripensamenti. Ricordando però che il problema inizia sulle nostre coste, nelle nostre città. E solo in qualche caso finisce nel tunnel.