Venerdì 15 Novembre 2024

Migranti a Malta, mamme al porto incitano figli a insulti razzisti

Gli slogan dei manifestanti: tornate indietro, i neri non ci piacciono. La Valletta ha deciso di negare d'ora in poi l'attracco a tutte le navi delle Ong "finché non sarà fatta chiarezza sulla natura delle loro operazioni"

Attracco della nave Lifeline a Malta (Ansa)

Attracco della nave Lifeline a Malta (Ansa)

Malta, 28 giugno 2018 - L'annuncio del governo di Malta, che ha deciso di chiudere il porto a tutte le navi delle Ong, "finché non sarà fatta chiarezza sulle loro operazioni", ha messo in subbuglio il mondo che ruota attorno alle organizzazioni non governative di volontariato impegnate nel recupero delle carrette di disperati diretti in Europa. In una nota l'esecutivo de La Valletta precisa che "alla luce degli ultimi eventi, Malta deve accertarsi che le operazioni condotte da entità che utilizzano i suoi servizi portuali e operanti nell'area della responsabilità maltese siano conformi alle leggi nazionali e internazionali". Questo include, e non solo, "la certificazione e registrazione delle navi coinvolte". Fino a quando non saranno chiarite le questioni, su cui si sta indagando, con particolare riferimento al caso Lifeline, " Malta non può consentire alle entità, la cui struttura potrebbe essere simile a quella oggetto di indagini, di utilizzare Malta come loro porto di operazioni, e per entrare o uscire dal porto".

Nel giorno del vertice europeo sul diritto di asilo, la solidarietà europea e l'accoglienza umanitaria un gruppo di cittadini maltesi, tra cui alcune mamme con i figli al seguito, ha contestato i migranti arrivati a bordo della nave Lifeline, dopo otto giorni in mezzo al mare, con insulti razzisti e imprecazioni a voce alta. "Tornatevene al vostro Paese", "i neri non ci piacciono, ci vogliono uccidere", urlavano i manifestanti sovranisti, che agitavano bandiere di Malta.

Le mamme incitavano i piccoli a insultare i disperati che stavano sbarcando. Nelle scene, in un video girato dal fotografo della Reuters, Darrin Zammit Lupi, e pubblicato su Twitter, emerge in particolare una donna, sulla quarantina, che chiedeva alla figlia di ripetere con lei gli insulti. "Ciò che è stato disgustoso è stato vedere una ragazzina di 10 anni manipolata dalla madre per ripetere termini così spregevoli, non è colpa della piccola", ha raccontato al Times of Malta, il fotografo che ha ripreso la scena.