Bruxelles, 29 giugno 2018 - Una soluzione europea sulla gestione dei migranti è arrivata, ma non si può dire che il consiglio europeo (durato ben 13 ore e mezza) abbia sciolto tutti i nodi. E se il premier Giuseppe Conte valuta l'accordo "buono all'80 per cento", rivelando che il veto italiano è caduto alle 4 di mattino, resta ancora critico il punto sui movimenti secondari. Versioni discordanti poi tra Italia e Francia in merito a chi dovrà farsi carico della creazione di nuovi centri "controllati" per distinguere gli irregolari da quanti hanno diritto ad asilo.
EU28 leaders have agreed on #euco conclusions incl. migration.
— Donald Tusk (@eucopresident) 29 giugno 2018
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VIDEO Cosa prevede il nuovo accordo europeo sui migranti
COSA PREVEDE L'ACCORDO - Le conclusioni del vertice prevedono che "sul territorio dell'Ue chi viene salvato secondo il diritto internazionale debba essere preso in carico sulla base di uno sforzo condiviso, attraverso il trasferimento in centri controllati istituiti in alcuni Stati membri, solo su base volontaria". Nei centri chiusi dovrebbero essere effettuate in modo rapido e "con il pieno sostegno dell'Ue" le procedure per "distinguere tra migranti irregolari, che saranno rimpatriati, e chi necessita di protezione internazionale, per cui si applicherà il principio di solidarietà". In sostanza, la ridistribuzione dei richiedenti asilo tra alcuni Stati membri sarà possibile solo per quei paesi in prima linea che istituiranno i centri chiusi. Come chiesto dai paesi di Visegrad, la ridistribuzione dei richiedenti asilo si effettueranno "su base volontaria" e "senza pregiudizio per la riforma di Dublino".
I leader hanno anche concordato di trasferire 500 milioni di euro dal Fondo europeo di sviluppo per rifinanziare il trust Fund per l'Africa e di sbloccare la seconda tranche da 3 miliardi per la Turchia. Come chiesto dai paesi di Visegrad, sulla riforma del regolamento di Dublino il Consiglio europeo ha ribadito che una decisione sarà presa all'unanimità e senza utilizzare la maggioranza qualificata prevista dal trattato. In una concessione all'Italia, la riforma dovrebbe "tenere conto delle persone sbarcate dopo operazioni di ricerca e soccorso". Sui movimenti secondari (i migranti che si trasferiscono dai paesi di primo ingresso in altri Stati membri in violazione delle regole di Dublino) il Consiglio l ricorda il "rischio" di mandare in crisi Schengen e chiede agli Stati membri di prendere tutte le misure interne necessarie a limitare questi movimenti.
CONTE - "Da questo Consiglio esce una Europa più responsabile e solidale, l'Italia non è più sola", dice il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Le conclusioni del Vertice Ue hanno affermato "il principio di un nuovo approccio che riguarda i salvataggi in mare - dice Conte - d'ora in poi si prevedono azioni basate sulla condivisione e quindi coordinate con gli stati membri. È un principio mai affermato prima". Conte conferma uno dei punti su cui si è sciolta la trattativa nella notte dopo l'asse inedito con il presidente francese Emmanuel Macron e aggiunge che l'accordo prevede la possibilità che i paesi europei possano creare dei centri di accoglienza, "ma solo su base volontaria: i paesi che vogliono attrezzarsi per farli potranno fare dei centri basati su una gestione collettiva europea. Alla domanda se l'Italia sarà uno dei paesi che si offre per la creazione di questi centri, Conte risponde che "è una decisione che ci riserveremo di prendere, è una decisione collegiale ma non siamo assolutamente invitati a farlo". Conte ammette con i giornalisti che si poteva fare di più: "Vi devo fare una confessione, se avessi potuto scrivere da solo le conclusioni, qualche passaggio lo avrei scritto diversamente", ma "considerato che si è trattato di una lunga e complessa negoziazione tra 28 Stati, non posso che ritenermi soddisfatto". Il premier italiano però ci tiene a ribadire che "è inesatto dire che l'accordo si basa solo su basi volontarie". "E' un accordo integrato multilivello", le basi volontarie riguardano "i centri di accoglienza e non si può imporre a nessuno di istituirli" conclude.
SALVINI - Salvini, da Radio Capital, dapprima frena l'entusiasmo di Conte e dice: "Non mi fido delle parole, vediamo che impegni concreti ci sono perché finora è sempre stato 'viva l'Europa viva l'Europa, ma poi paga l'Italia'" e ribadisce anche il no all'accesso ai porti per le navi umanitarie. Le navi delle Ong "non vedranno più l'Italia se non in cartolina. Ora ci sono due navi davanti alla Libia di Proactiva Open Arms - aggiunge - chiedo che oggi stesso pubblichino l'elenco dei finanziatori". Loro e le altre ong, conclude, "fanno politica, mi danno del razzista e del fascista ma, come dicono i militari italiani e libici, aiutano gli scafisti". E continua: "Gli unici centri che stiamo aprendo sono quelli per i rimpatri, almeno uno in ogni regione. Non faremo nuovi centri di accoglienza. Dovrò e voglio lavorare in concordia con il governo tunisino". Ma poi il leghista si complimenta con Conte: "Sono soddisfatto e orgoglioso per i risultati del nostro governo a Bruxelles. Con la sinistra l'Italia era ridotta a una comparsa".
LE DUE VERSIONI DI MACRON E CONTE - "L'Europa vivrà ancora per lungo tempo la sfida della migrazione, dobbiamo fare fronte a questa sfida restando fedeli a mostri valori. Oggi abbiamo raggiunto una tappa importante perché siamo riusciti a ottenere una soluzione europea e un lavoro di cooperazione", dice invece il presidente francese Macron che però gela l'Italia. "I centri sorvegliati di accoglienza in Ue su base volontaria vanno fatti nei Paesi di primo ingresso, quindi sta a loro dire se sono candidati ad aprire questi centri", ma "la Francia non è un Paese di primo arrivo". Affermazioni che vengono però contraddette da Conte. "Macron era stanco. Lo smentisco", dice il capo del governo. Nell'accordo raggiunto "non si fa riferimento a un Paese di primo transito o di secondo transito", precisa, aggiungendo inoltre che nell'articolo 12 sulla riforma di Dublino "siamo tutti d'accordo".
INDIETRO - Intanto il governo tedesco fa sapere che Grecia e Spagna si sono detti disponibili a riprendersi dalla Germania i migranti già registrati sul loro territorio. Con gli altri Paesi confinanti in cui non sono attivi controlli alle frontiere "procederemo con accordi amministrativi bilaterali", spiega la cancelliera Angela Merkel aggiungendo che la Germania si è impegnata in cambio a prendere i rifugiati che arrivano in Grecia e Spagna e che hanno diritto al ricongiungimento familiare. Nessun accordo invece con l'Italia in merito ai movimenti secondari (punto ribadito anche da Conte). "Ne ridiscuteremo insieme alla possibilità che la Germania accetti, su base volontaria, di partecipare alla redistribuzione dei rifugiati che arrivano in Italia", prosegue. Per l'Italia il "problema cruciale è la migrazione primaria" e "per ora è una posizione che rispetto", conclude Merkel.