Venerdì 15 Novembre 2024
CESARE DE CARLO
Esteri

Migranti, la forza necessaria

Cesare De Carlo

Cesare De Carlo

Roma, 7 settembre 2015 - KINAN Masalmeh? E’ il nome di un tredicenne siriano accampato alla stazione di Budapest. La Cbs gli ha chiesto: perché volete tutti venire in Europa? Ha risposto in buon inglese: non è vero, aiutateci a finire la guerra e noi torneremo in Siria. Ebbene ieri George Osborne, cancelliere dello Scacchiere, ha preannunciato la partecipazione britannica ai raid aerei contro l’Isis. E un analogo annuncio si attende oggi da Parigi, durante la conferenza stampa del presidente Hollande. Ha detto Osborne: bisogna eliminare la ‘’radice del problema’’. Finalmente un recupero di buon senso. L’ha capito il giovane Kinan. Ora in ritardo anche gli europei. Negli ultimi mesi l’invasione sulle coste italiane si è trasformata in uno tsunami che dalla Grecia è salito verso i Balcani e poi in Ungheria, Austria, Germania. In totale 300 mila profughi. Profughi di guerra, ai quali – a differenza dei migranti – va garantito il soccorso internazionale. Ma pronti a partire con la complicità di Erdogan, ansioso di islamizzare l’Europa, ce ne sono altre centinaia di migliaia. Si calcola che nei campi attorno alla Siria ci siano 4 milioni di persone

UNA TRAGEDIA. Di chi la colpa? Di Assad all’inizio.Ma ad accelerare la fuga di massa è stata la crudeltà dell’Isis. E l’Isis non sarebbe nato se l’evanescente leader dell’occidente avesse armato la resistenza moderata. Invece Obama non si è mosso, presumibilmente per non vedersi imputato un altro storico disastro dopo la stupida guerra in Libia.Anzi ha aperto all’Isis anche le porte dell’Iraq. Sua la decisione sciagurata di ritirare tutte le truppe americane. ORA con aerei e droni bombarda il cosiddetto Califfato. Scarso successo. E i curdi, gli unici a combattere i tagliagole sul campo, gli rimproverano di avere dato a Erdogan luce verde contro di loro. Un altro paradosso. Per converso ne esce rafforzata la linea Putin. Il regime siriano va salvato nella funzione di argine anti-Isis. Ma – dicono gli europei – non con il sanguinario Assad. È un primo passo. Gli europei sembrano avere recepito la lezione della Libia. Anche il deposto Gheddafi era un fattore di stabilità. Ma una cosa è sicura: l’aviazione non basterà. Contro i tagliagole ci vorranno truppe di terra. E a quel punto chi ci starà?

cesaredecarlo @ cs.com