Venerdì 22 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Migranti, la nave Alan Kurdi della ong Sea Eye ne salva 65

Duro il ministro dell'Interno Salvini: "può scegliere fra la Tunisia e la Germania. E' alla firma un divieto di ingresso e transito nelle acque italiane"

Il salvataggio in mare della Ong Sea Eye (Ansa)

Il salvataggio in mare della Ong Sea Eye (Ansa)

Berlino, 5 luglio 2019 - Il caos migranti agita il mediterraneo e l'Europa. Oltre al caso del veliero Alex di Mediterranea Saving Humans, spunta la vicenda della nave 'Alan Kurdi', della Ong tedesca Sea-Eye, che ha soccorso e salvato stamani 65 migranti al largo della Libia. Secondo i soccorritori "le autorità libiche non rispondono" e sono state informate anche le autorità libiche, italiane, maltesi e tedesche. Ora la Ong attende una risposta da Malta, Roma e Tripoli per la presa in carico dei migranti. A bordo del gommone soccorso c'è anche una giornalista. In serata la ong tedesca ha reso noto di aver rifiutato di portare i profughi soccorsi nel porto libico cui erano stati assegnati.

PUGNO DURO DI SALVINI - Salvini, com'era prevedibile, non vuole che i profughi sbarchino in Italia. Per il ministro dell'Interno italiano la ong tedesca Sea-Eye "può scegliere fra la Tunisia e la Germania". E a chi gli chiedeva se, dopo il nuovo salvataggio, ci sia una offensiva estiva delle Ong, Salvini ha risposto che "si, è evidente che le Ong stiano provando a riaprire un business. Anche per la Ong tedesca Sea Eye - ha aggiunto - è alla firma un divieto di ingresso e transito nelle acque italiane". Per Salvini "la meta più sicura più vicina è la Tunisia, dove vanno milioni di turisti, o la Germania non Malta o l'Italia".

APPELLO ALLA GERMANIA - È "necessario ed urgente che la Germania intervenga nei confronti della nave Alan Kurdi e del suo Comandante affinché, nel doveroso esercizio della Vostra e loro responsabilità, sia assicurato alle persone a bordo il rapido sbarco in apposito luogo", scrive Salvini in una lettera inviata al collega tedesco Horst Seehofer.  "Il quadro normativo in vigore prevede, infatti, una chiara responsabilità dello Stato di bandiera - prosegue Salvini - nell'ambito delle operazioni in mare, anche con riferimento alla rapida individuazione di un approdo per la nave. Qualsiasi eventuale deterioramento della situazione a bordo non potrà, dunque, non ricadere nell'esclusiva responsabilità dello Stato di bandiera e del comandante e dell'equipaggio della 'Alan Kurdi'". E continua la lettera: "L'Italia, pur continuando a rispettare la normativa sovranazionale e a difendere responsabilmente le frontiere europee a beneficio di tutti gli Stati Membri dell'Ue, non intende più essere l'unico 'hotspot dell'Europa'".

"NO PORTI LIBICI" - La Alan Kurdi intanto ha rifiutato di portare i 65 migranti soccorsi in un porto libico, perché la Libia non è "a place of safety", un porto sicuro. "La cosìddetta guardia costiera libica ci ha assegnato un porto libico per sbarcare le 65 persone a bordo. Abbiamo respinto questa indicazione. La guardia costiera, finanziata dall'Ue, ci chiede di violare la legge internazionale", sottolinea la ong su Twitter, assicurando: "Non porteremo indietro nei campi di tortura libica le persone salvate".

DESTINO SEGNATO - Il gommone, si legge sui media tedeschi, è stato raggiunto nelle prime ore del mattino. "Le persone a bordo hanno avuto una fortuna incredibile a esser state trovate", ha affermato Gorden Isler, responsabile della 'Alan Kurdi', dal nome del bambino siriano ritrovato morto riverso su una spiaggia turca nel 2015, la cui foto fece il giro del mondo. Il gommone con a bordo i migranti, ha spiegato la Ong, aveva un motore funzionante e sufficiente carburante, ma gli occupanti non avevano a disposizione telefoni satellitari o GPS. "Senza alcuna conoscenza nautica e senza telefoni, il loro destino era segnato", ha aggiunto Isler.