Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Migranti, cosa prevede il nuovo accordo Ue. “In caso di crisi i Paesi sono obbligati a solidarietà”

Intesa raggiunta fra i rappresentati permanenti in vista del Consiglio. Tajani: “Un successo per l’Italia”. Ma le misure di ricollocamento scatteranno solo con presupposti “molto fondati”, secondo Berlino. Compromesso sulle Ong. Amnesty: “Testo pericoloso per i diritti umani”

Bruxelles, 4 ottobre 2023 – In caso di “crisi” la solidarietà tra gli Stati è “obbligatoria”. E’ quanto prevede l’accordo raggiunto a Bruxelles tra i rappresentanti degli Stati dell’Unione europea in materia di migranti, in vista del Consiglio Ue di Granada, dove giovedì e venerdì i 27 discuteranno del patto sull’asilo che potrebbe vedere la luce entro l’inizio del 2024. 

In particolare l’intesa riguarda il ‘regolamento per la gestione delle crisi migratorie’. Il concetto di ‘crisi’ non è ancora ben definito: quando si può parlare di crisi migratoria? La ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, nello spiegare l’accordo, precisa che “abbiamo fatto in modo che le disposizioni” d'emergenza “possano essere invocate solo in casi molto fondati”. 

Migranti a Lampedusa (Ansa)
Migranti a Lampedusa (Ansa)

In cosa consiste l’accordo

L’intesa consentirebbe ai Paesi che si trovano ad affrontare un numero significativo di arrivi sul loro territorio di accelerare le procedure e chiedere solidarietà ad altri paesi dell’UE, in termini di ricollocazione dei richiedenti asilo o assistenza finanziaria. Solidarietà che in base a quanto spiega la ministra tedesca sarebbe obbligatoria in caso di “crisi migratoria”, in deroga ai Trattati di Dublino.

Il documento condiviso prevede l'attivazione di “tutte le misure necessarie” a sostenere “gli Stati membri che si trovano ad affrontare una situazione di crisi” o di “forza maggiore”, inclusi “flussi straordinari di cittadini di Paesi terzi e apolidi” e le “situazioni di strumentalizzazione dei migranti da parte di un Paese terzo o di un attore non statale”.

Allo scattare dello stato d'emergenza, le norme concordate consentono ai governi Ue “di ricorrere a strumenti giuridici per reagire rapidamente” alle crisi, applicando anche “un meccanismo di solidarietà obbligatorio” - che comprende anche i ricollocamenti - e “un'equa ripartizione delle responsabilità” tra i Ventisette. Al contempo è previsto “l'adeguamento delle norme sulle procedure di asilo e di rimpatrio”.  Rispetto al documento non approvato all'ultimo riunione del consiglio affari interni la settimana scorsa, “si è tornati a un testo più equilibrato – spiegano fonti –  come quello che era stato presentato dalla presidenza spagnola di turno del consiglio Ue nel luglio scorso”. 

Il compromesso sulle Ong

Una delle modifiche apportate dopo la riunione di Luglio riguardava le Ong del mare. Voluta dalla Germania, era particolarmente invisa dall’Italia. Prevedeva che “le operazioni di aiuto umanitario non dovrebbero essere considerate come strumentalizzazione dei migranti quando non vi è l'obiettivo di destabilizzare l'Unione o uno Stato membro”. Ora quel passaggio è stato declassato. Mentre prima era emendamento al testo, ora viene allegato come ‘considerando’. 

Il governo Italiano: “Successo per l’Italia” 

Un compromesso che piace al governo italiano. “E’ un risultato molto positivo, un successo per l'Italia”, ha dichiarato il ministro degli Esteri Antonio Tajani da Riad. “L'emendamento della Germania è stato ritirato ed è passata la posizione italiana – festeggia Giorgia Meloni in un'intervista a Sky TG24 –. Devo dire che non mi sento isolata io, mi sembra che sia molto più isolata una sinistra europea”. 

Sintonia con Francia e Germania. No di Polonia e Ungheria

L'accordo è stato raggiunto oggi nella riunione dei rappresentati permanenti degli stati membri presso la Ue (Coreter) che prepara a livello tecnico il consiglio dei ministri dell'Unione. Contro l'accordo si sono espresse solo Polonia e Ungheria, mentre Repubblica Ceca, Slovacchia e Austria (che a luglio erano contrarie) si sono astenute. Ma non c’è diritto di veto: un patto su migranti e asilo può essere siglato a maggioranza. 

"Accolgo con favore l'accordo politico raggiunto con successo dagli Stati membri –  scrive su Twitter la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen –. E' una vera a propria svolta che ci permette di portare avanti i negoziati con il Parlamento e il Consiglio Ue. Uniti possiamo siglare il Patto prima della fine di questo mandato”. Di “svolta storica” parla anche il cancelliere tedesco Olaf Scholz: l’accordo “è una buona notizia. Limiterà efficacemente l'immigrazione irregolare in Europa e alleggerirà in modo duraturo l'onere di Stati come la Germania”. 

Anche Parigi saluta l’intesa come un “nuovo progresso nella nostra risposta europea e solidale dinanzi ai fenomeni migratori”, twitta la ministra degli Esteri francese, Catherine Colonna. 

Amnesty: “Pericoloso per i diritti umani”

Secondo Amnesty International il patto Ue rischia invece di ritardare la registrazione dei richiedenti asilo, indirizzare un numero crescente di persone verso procedure d'asilo di livello inferiore alle frontiere ed estendere la detenzione in prossimità dei confini. “Le persone che arrivano alle frontiere europee - afferma, in una nota, Eve Geddie, direttrice dell'ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europee - devono poter cercare asilo, avere la loro richiesta esaminata in modo equo ed essere accolte con dignità. Questo accordo rischia di causare blocchi e arresti e di mettere le persone in condizione di bisogno lungo le frontiere europee, senza apportare alcun miglioramento alla tutela dei richiedenti asilo nell'Unione europea. Negare diritti alle persone in cerca di asilo è pericoloso. È una risposta sproporzionata a situazioni che potrebbero essere perfettamente gestite secondo le regole vigenti”. Amnesty International chiede a tutte le istituzioni di non adottare ulteriori misure eccezionali nella legislazione dell'Unione europea, che minacciano i diritti umani fondamentali.