
Dei militari messicani fuori dal Rancho Izaguirre, Messico. (Afp)
Roma, 14 marzo 2025 – Un macabro ritrovamento scuote il Messico. Un gruppo di volontari ha scoperto in un ranch abbandonato resti umani carbonizzati, zaini, denti, ma anche lettere d’amore. I media locali parlano di una “Auschwitz messicana”, dove i prigionieri sarebbero stati costretti a lavorare per il Cartello di Jalisco tra torture e abusi mentali. Le autorità stanno ancora cercando di far luce sugli avvenimenti e sull’effettiva natura della struttura, e le prime ipotesi sono raccapriccianti.
La scoperta del ranch degli orrori
Il ritrovamento è avvenuto a Rancho Izaguirre, a soli 60 km dal centro di Guadalajara, la seconda città più grande del Messico. A fare l’agghiacciante scoperta è stato il collettivo Warrior Searchers of Jalisco, che si propone di trovare i propri cari scomparsi (per lo più vittime della criminalità organizzata). I volontari si sono recati sul luogo a seguito di una soffiata anonima, una delle tante. Ma una cosa è certa, mai si sarebbero aspettati uno scenario così cruento. “è stato uno choc tremendo”, ha commentato uno dei ricercatori al Los Angeles Times. All’interno del ranch sono state rinvenute centinaia di scarpe, zaini, pantaloni, camicie, ossa e proiettili. A inquietare ancora di più i volontari, la scoperta di una lettera d’addio: “Amore mio, se un giorno non dovessi tornare, ti chiedo solo di ricordare quanto ti amo”. L’ultimo baluardo di umanità in un luogo che di umano, ormai, non aveva più niente.
La presidente del Messico Claudia Sheinbaum ha detto che le autorità federali hanno iniziato le indagini ma “non sappiamo esattamente cosa è stato trovato.” Per ora, i media hanno etichettato il ranch come una struttura di addestramento, un centro di tortura, un campo di sterminio e un sito di smaltimento di corpi per il cartello della Nuova Generazione di Jalisco, una delle organizzazioni criminali più violente operative in Messico.

Chi erano i prigionieri
È ancora presto per poter identificare i prigionieri che sono morti nel ranch: le ossa rinvenute sono sparse per tutto il campo e molte sono nascoste sotto cumuli di terra o mattoni. Il pubblico ministero ha rilasciato le foto degli oggetti ritrovati nella struttura, tra cui jeans, magliette, camicette, gonne, zaini e borse. L’intenzione è quella di permettere a coloro che cercano un familiare scomparso di riconoscere gli effetti personali. I volontari del Warrior Searchers of Jalisco raccontano di aver ricevuto diverse chiamate da famiglie che pensano di aver riconosciuto alcune magliette. Tuttavia, consigliano di non saltare subito alle conclusioni poiché immaginare che un caro possa essere morto in determinate condizioni sarebbe devastante.
Molti si chiedono come i prigionieri si siano ritrovati un una situazione simile e gli investigatori stanno ancora cercando di fare luce sulla questione. Per i volontari del Warrior Searchers, invece, non ci sono grandi dubbi. Gli operatori del cartello di Jalisco sono noti per reclutare le proprie vittime con presunte opportunità lavorative e molti prigionieri sarebbero stati reclutati in una stazione degli autobus a Tlaquepaque, un sobborgo di Guadalajara. Secondo le testimonianze di alcuni sopravvissuti che hanno parlato con i volontari, sono coloro che hanno cercato di fuggire, o che non sono stati all’altezza dell’addestramento fisico, a essere andati incontro alla morte.