Venerdì 22 Novembre 2024
ANTONELLA COPPARI
Esteri

Meloni all’Onu: “Non si creino Paesi di serie A e serie B”. È un caso l’asse con Musk

La premier interviene alle Nazioni Unite e cita il suo Piano Mattei per l’Africa. L’Italia boccia la riforma del Consiglio di Sicurezza proposta dagli Stati Uniti. Irritazione della Casa Bianca per l’incontro della premier con il tycoon trumpiano

Roma, 24 settembre 2024 – Non è una novità. Il meglio di sé Giorgia Meloni lo dà in materia di esteri. Ieri nel suo intervento all’assemblea generale dell’Onu lo ha dimostrato di nuovo: un discorso breve ma abile da più punti di vista. In cui ancora una volta si è proposta come statista, che è poi la sua vera e principale ambizione. Ha giocato infatti la carta del multilateralismo – focus del Patto per il futuro del segretario generale Antonio Gutierres –, cercando di non fare sconti ma attenta anche a non esagerare.

Giorgia Meloni all'Onu
Giorgia Meloni all'Onu

“L’Italia è una convinta sostenitrice del multilateralismo e delle Nazioni unite” ha garantito con giubilo degli ospiti. Ma subito ha indossato una veste quasi draghiana: “L’Onu non deve essere un club per scambiarsi idee, ma il luogo in cui le idee diventano azione”. Si è mostrata bideniana sulle due guerre in corso – Ucraina e Medio Oriente – abbracciando la linea del presidente Usa, non ha però avuto remore nel bocciare la proposta di riforma del Consiglio di Sicurezza americana che prevede due seggi permanenti per i paesi africani, insieme a un seggio a rotazione per le piccole nazioni insulari in via di sviluppo: “La riforma non crei nazioni di serie A e B. Bisogna ispirarsi ai principi di uguaglianza, democraticità, rappresentatività”.

Ancora: ha citato il suo piano Mattei per l’Africa come esempio di nuova cooperazione fra le Nazioni “attraverso un approccio basato sul reciproco rispetto e diritto per ciascuno di competere ad armi pari”. Anche sull’intelligenza artificiale ha dato prova di equilibrio: “Si rischiano scenari catastrofici se viene utilizzata non per il bene comune ma per divaricare gli equilibri globali”, ricordando che “la politica deve garantire che l’IA rimanga controllata dall’uomo”. In effetti, questa tre giorni americana richiede equilibri e forse equilibrismo da tutti i punti di vista. La premier è consapevole che deve tenersi equidistante, come del resto tutti gli altri leader, in attesa che si risolva l’enigma delle elezioni americane. Ecco: alla Casa Bianca una certa irritazione per lo ’scambio di effusioni’ con Elon Musk c’è.

Non si tratta di un industriale qualsiasi, ma dell’alter ego del nemico, Donald Trump. È possibile che dopo averle steso il tappeto rosso per la visita alla Casa Bianca il vecchio Joe e la più giovane Kamala non se l’aspettassero. Sì, perché è stata proprio Giorgia a scegliere di ricevere lunedì notte il premio Global Citizen Awards “per il suo ruolo pionieristico di prima donna capo di governo in Italia, il suo forte sostegno all’Unione europea, e all’alleanza transatlantica nonché per la sua presidenza del G7 nel 2024” dalle mani di Musk, molto prima – ad onor del vero – che il magnate americano si schierasse contro il ticket democratico. Ma il Musk trumpiano le interessa fino a un certo punto anche se, inevitabilmente, Giorgia guarda da tutte le parti in attesa del 5 novembre.

Dietro la scelta del visionario americano – con cui notoriamente c’è un rapporto personale e di stima reciproca – ci sono motivi imprenditoriali ed economici. Domenica, appena sbarcata a New York, a margine dell’assemblea dell’Onu, la premier ha incontrato i rappresentanti dei colossi high tech Usa: gli amministratori delegati di Google Alphabet (Sundar Pichai), Motorola (Greg Brown) e Open-AI (Sam Altman). Tutti e tre, raccontano i bene informati, hanno ribadito “la volontà di investire nel nostro paese”, sviluppando tecnologia e intelligenza artificiale e fornendo alle imprese interessate il know how. Non c’è nulla di concreto per ora, ma ci saranno seguiti operativi. “Loro – dicono nel giro meloniano – hanno interesse nel mercato italiano e noi siamo aperti a qualsiasi tipo di investimento”. Ventiquattro ore dopo, discorsi simili ha intavolato con l’inviato speciale per il clima e ministro dell’Industria degli Emirati Arabi Uniti, Sultan Al Jaber”, con l’occhio rivolto soprattutto al settore delle rinnovabili e delle interconnessioni. Naturalmente, c’è un dialogo aperto anche con le imprese dell’inventore di Tesla, padrone di X (ex twitter) e di Space X. In ballo investimenti sull’intelligenza artificiale ma non solo. Anche sulla mobilità elettrica e sullo spazio, (con Starlink).

E oggi il secondo tempo: di nuovo all’Onu, per parlare di droghe sintetiche. E stavolta su invito diretto del presidente che più di ogni altro ha contribuito a sdoganare nel mondo la ex pericolosa sovranista: Joe Biden.