Roma, 26 gennaio 2025 – Dalla cantieristica alla difesa, dai beni culturali alla ricerca tecnologica fino all’Aerospazio: la premier, Giorgia Meloni, torna dalla missione in Arabia con un pacchetto di intese che vale più o meno dieci miliardi di dollari firmate sotto una tenda, nel deserto, con il principe della Corona e primo ministro Mohammad bin Salman. “Una svolta”, assicura la presidente del Consiglio. Al di là degli accordi già siglati, ce ne sono altri in arrivo che possono aprire altrettanti business.
In prima fila c’è Leonardo, la multinazionale della difesa guidata da Roberto Cingolani, che ha firmato una serie di memorandum di intesa nel settore della difesa e dell’arospazio oltre ad aprire le porte a una partecipazione dell’Arabia nel Global Combat Air Programme (Gcap), il progetto multinazionale di Giappone, Italia e Regno Unito per sviluppare i caccia multiruolo di sesta generazione. Al seguito della premier anche l’amministratore delegato di Fincantieri, Pierroberto Folgiero, che ha annunciato accordi di collaborazione sia di natura tecnologica sia industriale. Fincantieri è già entrata in Arabia lo scorso anno con una società ad hoc nel settore militare. Ora l’obiettivo è di allargare l’orizzonte per lavorare anche nel settore civile.
Ma alla missione hanno partecipato un po’ tutte le imprese pubbliche, comprese le Ferrovie. Dei 10 miliardi di dollari di accordi siglati in Arabia, 6,6 hanno avuto la benedizione di Sace, il gruppo assicurativo e finanziario italiano partecipato dal Ministero dell’Economia. Di particolare importanza il finanziamento multi-currency, da 3 miliardi di dollari, reso disponibile da un pool di nove banche internazionali, per aprire nuove opportunità di export per le piccole e medie imprese e le filiere italiane in diversi settori funzionali al progetti di sviluppo urbano che dovrebbe sorgere nella parte settentrionale della costa del Mar Rosso (il Neom). Interventi che vanno dalle infrastrutture all’edilizia fino ai trasporti ferroviari, stradali e marittimi.
Siglata anche un’intesa da 100 milioni per sostenere i progetti green di Acwa Power in Asia centrale e facilitare l’esportazione di aziende italiane. Intesa con Acwa e con il Saudi Fund for Development anche per Cdp nel settore delle rinnovabili e delle infrastrutture. Siamo entusiasti di unire le nostre forze a quelle di Snam – commenta Marco Arcelli, ad di Acwa Power–. Con le emissioni del settore energetico già ridotte del 40% rispetto a 20 anni fa, ora dobbiamo concentrare i nostri sforzi su nuove molecole a basso contenuto di carbonio per decarbonizzare i nostri settori”.
Nell’agenda, poi, un accordo fra Sace e la Banca Araba per lo Sviluppo Economico in Africa nell’ambito del Piano Mattei. In azione anche Gewiss, la multinazionale italiana del settore elettrotecnico, che ha annunciato un investimento iniziale di 20 milioni per rafforzare la propria presenza nella regione e promuovere soluzioni innovative per la mobilità elettrica e la gestione intelligente dell’energia in ambito domestico, industriale e dell’illuminazione in genere. “Investire in Arabia Saudita rappresenta una scelta strategica”, dichiara il ceo Paolo Cervini –. Questo investimento segna solo l’inizio di un percorso che punta a rafforzare la nostra presenza locale e a supportare la visione del governo saudita verso un futuro più green”. Nel secondo trimestre dell’anno, partirà una nuova fabbrica che produrrà a regime 3 milioni e mezzo di pneumatici, di cui circa un milione e mezzo marca Pirelli e il resto con un brand locale. Una joint venture controllata per il 25% dalla Pirelli e per il 75% da Pif (il fondo sovrano saudita) anche se la gestione sarà tutta italiana. “Per noi è un investimento importante – spiega il vicepresidente esecutivo di Pirelli, Marco Tronchetti Provera – perché da qui potranno servire l’Arabia Saudita e tutta l’area mediorientale”. Sbarcherà, infine, in Arabia, anche il Salone del Mobile con un appuntamento ad hoc. E, nella lista delle intese, c’è anche una collaborazione culturale con il Parco Archeologico di Pompei.