Mercoledì 15 Gennaio 2025
PIER FRANCESCO DE ROBERTIS
Esteri

Meloni al bivio sull’asse con Washington

Il viaggio-lampo a Mar-a-Lago, le dichiarazioni su Trump e su Musk paiono aver già fatto capire l’idea in testa alla presidente del consiglio

Roma, 15 gennaio 2025 – Forse ci andrà forse no, ma il possibile viaggio di Giorgia Meloni a Washington, lunedì prossimo, per l’Inauguration day è solo un dettaglio, importante ma un dettaglio, del complesso rapporto che la premier è chiamata a costruire con la prossima amministrazione Usa. Un’opportunità e un rischio, che la Meloni intende giocarsi a tutto tondo, anche su altri scacchieri, in primis quello europeo, cercando di far fruttare fino in fondo la golden share attualmente detenuta, quella di essere la presidente del governo più saldo dell’Unione.

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L’incontro tra Donald Trump, 78 anni, e Giorgia Meloni, 47 anni, nella residenza del presidente eletto Usa a Mar-a-Lago, in Florida

Il viaggio-lampo a Mar-a-Lago, le dichiarazioni su Trump e su Musk paiono aver già fatto capire l’idea in testa alla presidente del consiglio, idea che si muove tra due esigenze contrapposte: da un lato instaurare un rapporto privilegiato con la nuova Casa Bianca per capitalizzare tutto quello che ciò potrà comportare per l’Italia (vedi la vicenda Cecilia Sala o la corsia preferenziale ricercata con Musk), dall’altra non finire troppo nel cono d’ombra di Trump, per distaccarsi un po’ dall’immagine di turbosovranista avuta in passato ma che adesso danneggerebbe la Giorgia Meloni "europea", quella che da posizioni di centrodestra intende essere nella stanza dei bottoni Ue, chiamata prima o poi a scelte che potrebbero finire in contrapposizione con quelle americane.

Un vicolo stretto, insieme rischio e opportunità, che non sarà facile percorrere fino in fondo, ma che la premier ambisce a sperimentare. D’altra parte l’annunciata diminuzione dell’interesse Usa per certi scenari a noi geograficamente più vicini onde concentrarsi sulla vera sfida che attende gli Stati Uniti, l’indopacifico (da cui la conseguente richiesta di accrescere le spese militari in ambito Nato), apre opportunità importanti ai partner europei che ambiscono a ricoprirli. L’Italia è chiamata a diventare grande, vedremo se avrà il coraggio e la visione per esserlo.