Venerdì 21 Febbraio 2025
TEL AVIV
Esteri

Medio Oriente. Hamas restituirà i corpi dei Bibas

Ostaggi, attesa in Israele per la sorte della famiglia simbolo

Shiri Bibas e i due figli Kfir e Ariel, furono rapiti nel kibbutz di Nir Oz; i due piccoli avevano quattro anni e un anno

Shiri Bibas e i due figli Kfir e Ariel, furono rapiti nel kibbutz di Nir Oz; i due piccoli avevano quattro anni e un anno

di Aldo Baquis

Si avvicina a un epilogo tragico la vicenda della famiglia Bibas, sequestrata in un kibbutz il 7 ottobre. Il padre cadde nelle mani di Hamas e dopo una lunga prigionia solitaria è stato rilasciato all’inizio del mese. Miliziani di una frazione legata alla Jihad islamica catturarono invece la madre Shiri e i suoi figlioletti ‘dai capelli rossi’ Kfir (allora di 4 anni) e Ariel (un anno). Ii loro volti angelici sono da tempo divenuti il simbolo di quella tragedia. Della mamma e dei bambini non si avevano segni di vita da 15 mesi. Ieri, con un insolito annuncio in ebraico, il dirigente di Hamas Khalil al-Haya, ha reso noto che Shiri e i bambini sono morti e che le loro salme saranno consegnate giovedì a Israele assieme ai resti di un’altra persona. Per la famiglia Bibas è una ulteriore tortura. I corpi dovranno infatti essere sottoposti a un esame all’Istituto di medicina legale di Abu Kabir () e solo dopo due giorni si potrà avere una loro identificazione definitiva. Khalil al-Haya ha anche precisato che Hamas intende accelerare i tempi per la conclusione della prima fase della tregua. In particolare ha annunciato che sabato invece di tre saranno liberati sei ostaggi ancora in vita. Non solo: Hamas suggerisce di lanciare trattative immediate per "una tregua assoluta e duratura e per la liberazione in un unico scaglione di tutti gli ultimi ostaggi’": 73 israeliani, in gran parte ancora vivi.

Il prezzo che Israele dovrà pagare: ritiro totale dalla Striscia e la liberazione dei prigionieri inclusi in una lista già inoltrata a Israele. Per i sei ostaggi che saranno liberati sabato Israele dovrà rilasciare 602 palestinesi, 157 dei quali condannati all’ergastolo per terrorismo. Questa accelerazione degli scambi (accompagnata dall’introduzione a Gaza di attrezzi pesanti per la rimozione delle macerie) è stata attribuita a un intervento di Steve Witkoff, l’energico emissario personale di Donald Trump, che opera adesso all’unisono con il mediatore israeliano Ron Dermer, il più intimo dei consiglieri di Netanyahu. Ma riguardo la seconda fase della tregua il loro obiettivo è opposto a quello di Hamas. Una fonte israeliana ha infatti precisato che occorre "la smilitarizzazione totale della Striscia". "Israele – ha aggiunto – punta inoltre alla realizzazione del Piano Trump relativo all’incoraggiamento della emigrazione volontaria per creare una Gaza diversa". Un progetto che è stato respinto categoricamente da parte palestinese e anche da diversi Stati arabi. Fra i sei ostaggi che saranno liberati sabato spiccano i nomi di Avera Mengisto e di Hisham a- Sayed: il primo un ebreo di origine etiope e il secondo un beduino del Negev. Sofferenti entrambi di instabilità mentale (secondo i familiari) entrarono spontaneamente a Gaza oltre 10 anni fa e da allora sono prigionieri di Hamas.