Mercoledì 2 Ottobre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Medio Oriente, cosa faranno gli altri Paesi? Biden fedele a Israele, la Cina non s’immischia. Iran molto più solo

Gli Usa: no ad attacchi ai siti nucleari. Improbabile un ruolo attivo dei Brics. L’ambasciatore Nelli Feroci: “Mosca sta con Teheran, ma non si farà coinvolgere direttamente”

Roma, 2 ottobre 2024 – È un conflitto che rischia di incendiare ancor più il Medio Oriente – dopo Gaza e il Libano magari Siria, Yemen e soprattutto Iran – oppure di coinvolgere anche Paesi del resto del mondo, ben oltre gli Stati Uniti da sempre a fianco di Israele?

“L’offensiva israeliana sul Libano meridionale e i successi che Israele ha ottenuto – osserva l’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci, presidente dell’Istituto Affari Internazionali – hanno modificato in maniera molto evidente il rapporto tra il governo israeliano e l’amministrazione Biden, che ora è schierata senza se e senza ma con Israele mentre fino a quale settimana fa Biden puntava ad avere la disponibilità di Israele al cessate il fuoco a Gaza, ma non aveva ottenuto nulla”. Ma anche qui, ci sono limiti. Il presidente degli Stati Uniti ha dichiarato di essere contrario ad attacchi israeliani contro le strutture nucleari iraniane. “La risposta è no”, ha detto Biden ai giornalisti quando gli è stato chiesto se avrebbe appoggiato un’azione del genere. “Nel G7 – ha aggiunto – siamo d’accordo sul fatto che hanno il diritto di rispondere, ma devono farlo in modo proporzionato”.

Joe Biden, 81 anni, presidente degli Stati Uniti
Joe Biden, 81 anni, presidente degli Stati Uniti

Che faranno gli altri? “Il silenzio quasi imbarazzato dei Paesi arabi sunniti su quanto succede in Libano – prosegue Nelli Feroci – è la testimonianza evidente che molti di quei Paesi continuano a ritenere l’Iran come la minaccia più rilevante nella regione e non sono troppo disturbati, anzi, che Israele faccia anche per loro il lavoro sporco. Questo potrebbe anche riaprire una prospettiva di un processo di normalizzazione dei rapporti tra Arabia Saudita e Israele, se solo Israele capirà l’importanza per Riad dell’avvio di un processo che porti a una qualche soluzione alla questione palestinese”.

Il resto del mondo non sembra aver voglia di immischiarsi. “La Cina – osserva il presidente dello Iai – sostanzialmente si disinteressa del Medio Oriente perché non ha interessi economici o strategici diretti. La Russia invece gioca una partita complicata. Tradizionalmente ha avuto un rapporto complesso con Israele, per mille motivi, non ultima la presenza massiccia di immigrati russi in quel Paese. È stato ed è tuttora un alleato dell’Iran, perché Teheran gli ha mostrato solidarietà per il conflitto in Ucraina, fornendogli droni, ma non è legata all’Iran al punto da farsi coinvolgere direttamente in caso di conflitto aperto tra quel Paese e Israele”.

Può venire un aiuto dai cosiddetti Brics, in particolare quel Sudafrica che ha preso posizioni molto nette contro Israele per la guerra a Gaza, o il Brasile? “Al di là di una posizione di condanna di Israele e della posizione sudafricana alla Corte penale internazionale, non vedo alcun interesse di quei Paesi a farsi coinvolgere militarmente in quella polveriera che è il Medio Oriente”.

Il combinato disposto di tutto questo è che l’Iran è molto più solo. “È più solo – osserva l’ambasciatore – perché i suoi proxy nella regione sono stati duramente colpiti da Israele, chiarendo i limiti del suo potere. Ed è oggi un Paese molto diviso. Il nuovo presidente che si era presentato come un moderato è in grande difficoltà mentre i radicali sembrano prevalere. Chi nella regione, come Erdogan, ha mostrato solidarietà, credo che non andrà oltre le parole. Lo stesso la Siria”.

“Tutto questo premesso – conclude – penso però che Israele, dopo l’attacco missilistico che ha subito, colpirà sì duramente l’Iran, ma vedo improbabile uno scontro di terra tra Tel Aviv e Teheran. Israele continuerà invece l’offensiva in Libano fino a che non avrà raggiunto i suoi obiettivi. Toccherebbe all’Iran mandare le sue truppe per difendere Hezbollah, arrivando così ad uno scontro diretto. Ma non credo che lo farà: la pur ricca salva di missili di martedì è stata il massimo che poteva fare”.