Roma, 31 gennaio 2019 - Non smettono di stupire le scoperte del rover Curiosity, in missione su Marte. La sonda della Nasa ha trovato rocce insolitamente porose e non compatte - come si pensava - nel cratere Gale. I dati sono stati ricavati grazie ai sensori di bordo, analoghi a quelli dei comuni smartphone, che Curiosity usa per orientarsi e spostarsi sul suolo del Pianeta Rosso dal gruppo della Johns Hopkins University di Baltimora, guidato da Kevin Lewis. I ricercatori hanno sfruttato i dati rilevati dagli accelerometri e dai giroscopi installati sul rover pubblicando poi i risultati sulla rivista 'Science'.
Questi sensori, oltre a determinare l'orientamento del rover negli spostamenti, misurano anche la forza di gravità di Marte nel punto in cui si trova Curiosity. I dati relativi alla gravità sono stati rivelati in oltre 700 punti, lungo la strada percorsa dal rover verso il Monte Sharp, la montagna alta 5.000 metri che si trova al centro del cratere che Curiosity sta percorrendo dal 2012.
Di qui la scopertta: i valori della forza di gravità sono collegati anche alla densità delle rocce, quindi i ricercatori sono riusciti a calcolarne la densità rivelandone la loro porosità. Il risultato, oltre a stupire i ricercatori, dà anche informazioni utili sul passato del cratere marziano. Secondo Kevin Lewis, il cratere Gale non era sommerso di sedimenti come ipotizzano alcune teorie. Infatti se fosse stato pieno di sedimenti, questi ultimi con il loro peso avrebbero generato una pressione tale sul letto del bacino da rendere più compatte le rocce sottostanti. L'erosione quindi avrebbe fatto il resto lentamente svuotando il cratere e lasciando solo la vetta centrale alta 5.000 metri.
Ma i nuovi dati smontano questa teoria e danno credito a chi sostiene che il cratere in passato non fosse colmo di materiali. Anzi i dati sembrano suggerire che lo stesso Monte Sharp sarebbe nato dall'accumulo di polveri e sedimenti trasportati dal vento e depositati al centro del cratere.