Sabato 18 Gennaio 2025
REDAZIONE ESTERI

Maria Zaitseva uccisa in battaglia in Ucraina, l’icona della protesta bielorussa è caduta a Bakhmut. “Ha dato la vita per la libertà"

Il suo volto insanguinato in piazza a Minsk durante le proteste contro Lukashenko aveva fatto il giro del mondo. Dopo la 24enne si era arruolata nell’esercito ucraino

Roma, 18 gennaio 2025 - Maria Zaitseva, icona delle proteste di piazza in Bielorussia contro il presidente Aleksander Lukashenko, è morta in azione in Ucraina. La 24enne, diventata famosa per una foto che la ritrae con il volto coperto di sangue in piazza a Minsk, si era arruolata volontaria nell'esercito di Kiev, come centinaia di suoi concittadini bielorussi dopo l'inizio della guerra.

Maria Zaitseva è caduta vicino a Bakhmut, nell'oblast di Donetsk, il 17 gennaio, il giorno dopo il suo compleanno, hanno fatto sapere le autorità di Kiev al settimanale bielorusso Nasha Niva. Maria era arruolata nel secondo battaglione della Legione Internazionale.

Tutti la ricordano ritratta in quella foto il 9 agosto 2020, quando nel centro di Minsk le proteste contro la rielezione del presidente Lukashenko, accusato di frodi elettorali. Lukashenko aveva rivendicato una 'maggioranza bulgara' del 80% di voti, scatenando le opposizioni.

Maria Zaitseva, icona delle proteste di piazza in Bielorussia contro il presidente Aleksander Lukashenko, è morta in azione in Ucraina
Maria Zaitseva, icona delle proteste di piazza in Bielorussia contro il presidente Aleksander Lukashenko, è morta in azione in Ucraina

La Zaitseva quella sera durante le proteste di piazza venne raggiunta da una granata stordente lanciata dalla polizia bielorussa contro i manifestanti, la giovane rimase a terra con il volto coperto di sangue e quell'immagine fece il giro del mondo e diventò iconica per le proteste nel Paese, ma anche per i vicini ucraini.

La giovane dissidente riportò diversi danni fisici, dai danni all'udito per un ematoma al cervello alle mani semi paralizzate per le ferite alle braccia. Subì diversi interventi in Bielorussia, poi andò a curarsi nella Repubblica Ceca. Ma quando iniziò l'Operazione speciale russa in Ucraina non esitò e partì per arruolarsi nell'esercito di Kiev. E non tornò più in Bielorussia, dove rischiava di finire in prigione e dove il dittatore Lukashenko perseguitava le famiglie dei combattenti in Ucraina.

La leader dell'opposizione bielorussa, Svitlana Tsikhanouskaya, su X ha scritto: "Gravemente ferita durante le proteste in Bielorussia del 2020, ha dato la vita per la libertà", descrivendola come "un'icona della nostra rivoluzione".