
Maria Branyas, morta lo scorso agosto a 117 anni (Ansa)
Barcellona, 14 marzo 2025 - La spagnola di origini statunitensi e messicane Maria Branyas è stata l'ottava persona più longeva della storia, nonché essere umano più anziano per più di un anno. Lo scorso agosto si è spenta all'età di 117 anni e 168 giorni, mantenendo sempre una forte lucidità mentale, un dato incredibile. Come è stato possibile? Branyas ha sempre detto di avere "fortuna e ottimi geni"... e aveva ragione.
Uno studio condotto dal professor Manel Esteller dell'Università di Barcellona ha studiato il patrimonio genetico e il microbiota di Maria Branyas, scoprendo che i geni che ha ereditato si 'comportavano' come se avesse diciassette anni di meno. Non solo: il suo microbiota - ovvero la batterica intestinale che gioca un ruolo fondamentale per mantenere un buon livello di salute - era simile a quello di un bambino. Secondo quanto riportato dal Guardian, la ricerca di Esteller potrebbe essere la più completa mai presentata finora sui supercentenari, ovvero quelle persone che hanno superato i 110 anni d'età, e potrebbe far luce sulle ragioni che gli permettono di vivere così a lungo.
Ovviamente i buoni geni non bastano, né per Branyas né per gli altri supercentenari. Il loro patrimonio genetico è infatti abbinato a scelte di vita corrette e salutari: la protagonista della ricerca evitava di bere alcol e di fumare, era solita passeggiare molto e si faceva circondare dai propri cari: il loro amore ha giocato un ruolo importante nel rallentare il suo invecchiamento. Detto più correttamente, lo studio ha dimostrato che invecchiamento e malattia non sono necessariamente sinonimi. Tra le altre cose, l'anziana aveva contratto il Covid nel 2020, guarendo senza problemi e anzi portando avanti l'infezione in modo asintomatico.
Esteller e i suoi colleghi sperano che lo studio su Branyas fornisca informazioni utili a coloro che lavorano allo sviluppo di farmaci e trattamenti per le malattie legate all'età.