Washington, 24 marzo 2018 - Un fiume in piena ha invaso Washington. Sono migliaia di persone - gli organizzatori ne aspettvano 500mila ma ne hanno contate 800mila - che hanno aderito alla "March for Our Lives" (Marcia per le nostre vite) organizzata dagli studenti sopravvissuti alla strage di San Valentino a Parkland, in Florida. I giovani chiedono a gran voce cambiamento e urlano, ai piedi del Campidoglio sede del Congresso, il loro "Basta!" alla violenza scaturita dalla diffusione e uso di armi.
Non una marcia, ma le marce, infatti sono oltre 800 quelle previste in diverse città degli Stati Uniti e del mondo, compresa Firenze, con i giovani in testa, sotto lo slogan "Mai più". E mentre a New York manifesta anche Paul McCartney (con la maglietta 'Possiamo fermare la violenza delle armi'), alla grande marcia di Washington ha preso parte anche la nipotina di Martin Luther King: "Ho un sogmo - ha detto dal palco - un mondo senza armi".
Molti i Vip che sostengono l'iniziativa, primo tra tutti George Clooney che con la moglie Amal, che ha donato 500 mila dollari agli organizzatori. "Mi avete reso nuovamente orgoglioso del mio Paese" ha scritto George Clooney in una lettera agli studenti del liceo di Parkland pubblicata nell'edizione Usa del Guardian. Lui e la moglie parteciperanno. "I giovani lo stanno facendo capire agli adulti e questo è stato il vostro strumento più efficace. Il fatto che nessun adulto parlerà sul palco a Washington è un potente messaggio al mondo che se noi non facciamo qualcosa contro la violenza delle armi da fuoco allora lo farete voi", si chiudeva la missiva dell'attore.
Lo slogan #NeverAgain porterà sul palco Lin-Manuel Miranda, Ben Platt, Ariana Grande, Jennifer Hudson, Miley Cyrus, Demi Lovato, Common, Andra Day e Vic Mensa.
Anche l'ex presidente Barack Obama ha appoggiato l'iniziativa, lui che provò ad attuare una riforma sulle armi a seguito della strage di Sandy Hook. Con Michelle, Obama ha scritto una lettera agli "studenti di Parkland", elogiandoli per la loro "resilienza, risolutezza e solidarietà" e perché hanno contribuito a "risvegliare la coscienza della nazione". E Obama durante la marcia ha twittato: "Michelle e io siamo così ispirati da tutti i giovani che hanno fatto sì che la marcia di oggi avvenisse. Continuate così. Ci state facendo progredire. Nulla può ostacolare le milioni di voci che chiedono cambiamento".
Anche un altro ex presidente, Bill Clinton, ha ringraziato i giovani: "L'America deve gratitudine agli studenti della Stoneman Douglas e ai loro colleghi in tutto il Paese che si sono uniti alla loro causa".
Pasti o servizi gratuiti agli studenti e ai partecipanti grazie alle tante aziende che hanno appoggiato la marcia. Tra questi anche il proprietario della squadra di football americano New England Patriots, Robert Kraft, che ha messo a disposizione l'aereo privato del team per trasportare a Washington le famiglie degli studenti uccisi in Florida.
Tutti marciano contro l'inerzia di legislatori e autorità ad agire contro la National Rifle Association (Nra), la potente lobby delle armi.
Anche la Casa Bianca ha elogiato le marce contro le armi in Usa. "Giovani americani coraggiosi che stanno esercitando oggi i diritti garantiti loro dal primo emendamento". Ilportavoce, Lindsay Walters ha poi aggiunto: "Tenere al sicuro i nostri bambini è la massima priorità del presidente, cosa per cui ha sollecitato il Congresso ad approvare il rafforzamento dei controlli su chi acquista le armi, e il provvedimento per fermare la violenza nelle scuole, promulgandoli come leggi. Inoltre ieri il dipartimento di giustizia ha diffuso una normativa per bandire i bamp stock (potenziatori delle armi semi automatiche, ndr) seguendo l'impegno del presidente".
LA NIPOTE DI LUTHER KING - Yolanda Renee King, 9 anni, nipotina di Martin Luther King,è salita sul palco ed emulando il nonno ha detto di avere anche lei un sogno: "Un mondo senza armi". La bambina è apparsa a sorpresa alla "Marcia per le nostre vite", tenuta proprio vicino al National Mall dove il nonno tenne il celebre discorso "I Have a Dream" nell'agosto del 1963, auspicando la fine del razzismo negli Stati Uniti. "Mio nonno aveva un sogno, che i suoi quattro figli non fossero giudicati per il colore della loro pelle ma per il loro carattere. Io ho un sogno che questo sia un mondo senza armi". La piccola King ha quindi trascinato la folla in un canto: "Spargete la voce che avete sentito, in tutto il paese, noi saremo una grande generazione".
PROF E GENITORI - In marcia ci sono tantissimi insegnanti. "Libri non proiettili" dicono i loro cartelli. "Io non ho intenzione di imparare a sparare - spiega Sandy, giovane prof di scienze - Ho studiato per fare l'insegnante, non la poliziotta". E spiega: "I miei alunni hanno paura. Sono piccoli, ma capiscono le notizie alla televisione. Sono terrorizzati, fanno domande". A protestare sono venute anche le famiglie. Rosalynn, con i nipoti Michael e Sienna: "E' una giornata storica, è ora che l'America volti pagina. Il culto delle armi va smantellato e gli unici a poterlo sognare sono i giovani, come i miei nipotini". I cartelli sono colorati, ma gli slogan durissimi: "Sarò io il prossimo?", si legge sul cartello che porta una bimba bionda.