Martedì 16 Luglio 2024

Mar Rosso, altre due navi attaccate dagli Houthi. Washington annuncia task force internazionale. C’è anche l’Italia

I ribelli yemeniti hanno colpito una porta container e una petroliera. Le grandi compagnie cambiano rotta. In serata l’annuncio del Segretario Usa Austin: 10 nazioni per una "iniziativa di sicurezza multinazionale"

Il cacciatorpediniere statunitense USS Mason

Il cacciatorpediniere statunitense USS Mason

Roma, 18 dicembre 2023 - Situazione sempre più esplosiva nel Mar Rosso, e Washington annuncia la creazione di una task force che comprende anche l’Italia per intervenire contro i pirati yemeniti. Oggi ci sono stati altri due attacchi a navi che transitavano per lo stretto di Bab el Mandebda parte dei ribelli yemeniti Houthi. "A ogni escalation a Gaza corrisponderà un'escalation nel Mar Rosso", ha fatto sapere il generale yemenita Yussef Maadani, comandante della 5a divisione delle forze armate sostenute dall'Iran, subito dopo le prime notizie dei raid.

Colpite altre due navi

Ad essere colpite questa volta sono state la portacontainer Msc Clara, salpata da Port Said, in Egitto, e diretta negli Emirati Arabi Uniti, e la petroliera Swan Atlantic, di proprietà della Norwegian inventor chemical tankers. La nave norvegese è stata soccorsa da una nave militare statunitense. Oystein Elgan, direttore generale di Inventor chemical tankers, ha confermato che "non ci sono feriti. A bordo c'erano 22 membri dell'equipaggio e 3 guardie armate. La nave é stata colpita da un oggetto a poppa sul lato sinistro".

Gli Houthi non hanno fatto attendere la rivendicazione con un messaggio su X. Abbiamo "condotto un'operazione militare contro due navi collegate" a Israele. Un raid portato, secondo la stessa rivendicazione, con "due droni marini", dopo che gli equipaggi hanno ignorato "le forze navali yemenite".

Washington annuncia coalizione contro gli Houthi 

In serata gli Stati Uniti hanno annunciato una coalizione di 10 nazioni con Gran Bretagna, Francia, Italia e Bahrein sicure di partecipare all'"iniziativa di sicurezza multinazionale". In una nota il Segretario alla Difesa americano Lloyd Austin ha scritto: "I Paesi che cercano di sostenere il principio fondamentale della libertà di navigazione devono unirsi per affrontare la sfida posta da questo attore non statale". Una decisione nell’aria visto che nei giorni scorsi Washington aveva ipotizzato un intervento armato a difesa degli interessi economici occidentali, e oggi, dopo l’attacco a una sua nave, la stessa Norvegia aveva garantito l’invio di truppe per una forza d’intervento comune. L'amministrazione di Joe Biden ha già ottenuto il pieno appoggio di Londra e Parigi che "dispongono già di forze navali nella zona". E il Guardian aveva anticipato l’annuncio del segretario Austin su una forza d'intervento denominata al momento Operazione 'Prosperity', simile alla Task Force 153 già operante in Bahrein, progettata apposta per fornire rassicurazione alle compagnie di navigazione commerciale. Anche l'Italia e la Germania si sono dette disposte a partecipare alla task force militare contro i ribelli yemeniti.

Le più grandi compagnie cambiano rotta

Molte compagnie navali hanno deciso quindi di cambiare rotta ai propri carghi, con un aumento dei costi e dei disagi incalcolabili per la distribuzione delle merci. Dopo che ieri la Msc Mediterranean Shipping Co, la più grande compagnia di spedizioni di container al mondo, ha deciso di seguire l'esempio di Maersk, Cma Cgm e Hapag-Lloyd, nel dirottare i loro carghi per il Capo di Buona Speranza, oggi anche la società belga Euronav, la Bp e le compagnie di navigazione cinesi Cosco, Oocl ed Evergreen Marine hanno deciso di sospendere il trasporto merci sulla rotta del Mar Rosso.

Già 20 navi attaccate negli ultimi mesi

Sarebbero oltre 20 le navi che hanno segnalato incidenti negli ultimi mesi, e molte intorno allo stretto Bab al-Mandab che separa la penisola arabica dall'Africa e viene preso di mira dagli Houthi. Washington aveva già chiesto alla Cina, che ha in enormi interessi commerciali in gioco, ad unirsi a una forza allargata di protezione marittima del Bahrein, ma senza convincerla a collaborare. Invece, secondo alcuni funzionari, gli Stati Uniti avrebbero l'appoggio di 29 nazioni tra cui anche Giordania, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Qatar, Oman, Egitto e Bahrein.