Roma, 27 febbraio 2024 - Non solo navi cargo nel mirino degli Houthi: secondo i media israeliani i ribelli yemeniti hanno messo fuori uso quattro cavi di comunicazione sottomarini tra l'Arabia Saudita e Gibuti, procurando interruzioni nelle comunicazioni globali Internet tra Europa e Asia. Il sabotaggio dei militari filo-iraniani starebbe procurando non pochi problemi ai Paesi del Golfo e all'India, sottolinea il sito israeliano Globes.
Gli Houthi hanno smentito la notizia. In una dichiarazione citata dalla tv di Stato yemenita e rilasciata dal ministero delle telecomunicazioni di Sanaa - capitale yemenita da 10 anni controllata dagli Houthi - si afferma che le forze yemenite “non sono coinvolte in alcun atto di sabotaggio di cavi e di altre infrastrutture di telecomunicazione nel Mar Rosso”.
Nel frattempo, continuano gli assalti alle navi cargo collegate a Israele che passano per il Mar Rosso: il Comando centrale dell'esercito statunitense (Centcom) ha reso noto di aver distrutto tre navi Houthi senza equipaggio, due missili da crociera antinave pronti al lancio e un drone.
Danneggiati i cavi comunicazioni tra Europa e Asia
I cavi danneggiati dagli Houthi, si apprende dal report di Globes, appartengono ai sistemi AAE-1, Seacom, EIG e TGN. Il cavo AAE-1 collega l'Asia orientale all'Europa attraverso l'Egitto, mettendo in comunicazione la Cina con l'Occidente. Il sistema Europe India Gateway (EIG) collega l'Europa a Egitto, Arabia Saudita, Emirati e India. Il danno è significativo ma non interrompe del tutto le comunicazioni, che possono contare su altri cavi, ancora integri, che collegano Asia, Africa ed Europa. Il problema più grande è a livello economico: la riparazione di così tanti cavi sottomarini danneggiati potrebbe richiedere almeno otto settimane, e una spesa folle per le società di telecomunicazioni che vorranno ripristinare i 4 cavi.
Houthi sempre più forti, non si fermeranno
I raid di Usa e Gb sulle postazioni Houthi al momento non sembrano aver fiaccato la forza dei ribelli, decisi ad andare avanti con la strategia di attacchi nel Golfo di Aden che li sta ripagando: i ripetuti raid in queste vie d'acqua importanti per il commercio mondiale hanno acceso i riflettori sulla formazione filo-iraniana, che così sta aumentando la sua forza in termini di uomini e armi, sempre con il benestare di Teheran. Infatti da Sanaa hanno già fatto sapere che non interromperanno le aggressioni nel Mar Rosso anche se Israele e Hamas dovessero raggiungere una tregua.
I droni sottomarini dei ribelli
Non solo droni, missili, fino ai classici arrembaggi con barchini veloci, o in elicottero, nel ventaglio di attacchi che gli Houthi possono portare nel Golfo di Aden si aggiunge una novità: i droni sottomarini. Gli stessi ribelli hanno annunciato nuovi attacchi nel Mar Rosso con l'utilizzo di "armi sottomarine". La mancanza di tecnologie e di grandi possibilità finanziarie, gli Houthi hanno fatto di necessità virtù: dai droni 'economici', per lo più ricavati da modelli civili, ai razzi fatti in casa, l'arsenale dei ribelli è in costante evoluzione. Ora si parla di droni sottomarini, e non del 'Marichka' ucraino economico a 400 mila euro al pezzo, ma di brutte copie di quanto l'Iran ha nelle sue basi militari. Infatti Teheran, come principale alleato degli Houthi, non gli ha fornito solo le armi, ma anche la tecnologia per la produzione in proprio di razzi e droni. L'Istituto navale americano ritiene che i droni yemeniti senza pilota siano costruiti copiando il modello iraniano: un siluro con un sistema di propulsione a elica che può portare attacchi solo monodirezionali, non molto veloce, ma efficace all'impatto.
Centro operativo per ok navi non collegate a Israele
I ribelli hanno rinnovato la minaccia a imbarcazioni di compagnie a capitale anche parzialmente israeliano, americano e britannico dall'attraversare il Mar Rosso, e per sapere quali navi colpire quindi i ribelli hanno annunciato l'istituzione di un 'centro operativo umanitario' nella capitale Sanaa che avrà il compito di individuare le navi senza connessioni con Israele, Usa e Regno Unito per permettere loro un passaggio sicuro.
Crosetto: "Ora Houthi sono minaccia globale"
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, non vuole sottovalutare la minaccia degli Houthi: "Non si tratta più solo della sicurezza dei trasporti navali ma della sicurezza tout court, visto che pare le intenzioni degli Houthi siano quelle di aumentare il livello di attacchi". Il ministro della Difesa lo ha detto a margine della cerimonia del passaggio di consegne del nuovo capo di Stato maggiore della Difesa, Carmine Masiello. Crosetto ha sottolineato: "L'Italia da anni attraverso le missioni internazionali ha assunto una rilevanza nel panorama internazionale. Ora se ne sono aggiunte due, una nella striscia di Gaza a carattere soprattutto umanitario e l'altra per la sicurezza nel Mar Rosso che diventerà vitale nei prossimi mesi, come dimostrano anche le notizie di oggi".