Roma 5 agosto 2023 – La battaglia navale per il Mar Nero entra in una nuova fase. Dopo gli attacchi alle navi militari - il cui picco è stato l’affondamento dell’incrociatore russo Moskva – i recenti attacchi ucraini condotti con droni marittimi (ponte di Kerch, nave da sbarco Olevgosky Gorniak nel porto di Novossirsk, tanker russo Sig nei pressi del ponte di Kerch) segnalano, specialmente con l’azione contro la nave petroliera/chimichiera Sig, la volontà di rispondere con un controblocco all’annunciato blocco russo alle navi che, scaduto l’accordo sul grano, andranno verso i porti ucraini.
Una intenzione che è stata formalizzata venerdì 4 agosto dall’avviso 118 del servizio statale di trasporto marittimo dell’Ucraina che annuncia che inizierà un blocco marittimo formale dei porti russi di Anapa, Novorossiysk, Gelendzhik, Tuapse, Sochi e Taman.
Mettendo a rischio il traffico commerciale, rischio reale vista l’efficacia dei barchini esplosivi ucraini, specialmente in aree non protette da difese militari, si punta non tanto ad affondare le navi russe che transitano nel Mar Nero ma rendere ancora più cogente il blocco delle assicurazioni marittime alle navi russe.
Stati Uniti, Europa e Gran Bretagna hanno già bloccato i loro porti alle navi russe e hanno anche i creato un blocco delle assicurazioni marittime, che già a fine anno ha iniziato a produrre effetti.
Almeno 12 dei 13 club di protezione e indennizzo (P&I) - che coprono il 90% delle navi oceaniche del mondo, comprese quelle del Regno Unito e degli Stati Uniti - hanno dichiarato a fine 2022 che non saranno più in grado di fornire copertura ai clienti perché i riassicuratori stanno uscendo dalla regione a causa di perdite finanziarie.
La maggior parte delle navi acquista la copertura P&I dai 13 club, che sono mutue di proprietà delle compagnie di navigazione di cui coprono le flotte, per proteggersi da rischi quali collisioni, danni alla proprietà, inquinamento, danni ambientali e rimozione di relitti.
Le cancellazioni significano che sarà più difficile per gli armatori o i noleggiatori che operano con naviglio russo assicurarsi, con un conseguente aumento dei prezzi e la decisione di alcune compagnie di navigazione di evitare la regione o di navigare senza copertura.
Ma questo all’Ucraina non basta, perché grossomodo la metà del traffico verso i porti russi del Mar Nero ha potuto continuare. E così ora arriva la minaccia dei droni marittimi che si spera possa convincere i noleggiatori delle navi e chi le assicura a mollare un business troppo rischioso. Lasciando la Russia ancora più sola.