Ha messo la firma sul documento quasi sotto la scaletta dell’aereo che lo portava per la prima volta in Angola. Joe Biden ha completamente perdonato il figlio Hunter per i due reati per i quali il 54enne era stato condannato: frode fiscale e acquisto illegale di un’arma senza dichiarare che era stato tossicodipendente. In realtà la sua è stata una scelta paterna perché Joe, 82 anni appena compiuti, aveva sempre detto che avrebbe rispettato il verdetto della giustizia atteso tra il 12 e il 16 dicembre. Invece ha evitato al figlio Hunter di passare un solo minuto in galera e lasciandogli la fedina penale pulita. È un gesto in realtà che ultimamente qualcuno si aspettava, soprattutto dopo il trattamento che il partito democratico aveva riservato al presidente forzandolo a farsi da parte a 100 giorni dal voto, per lanciare la sua vice Kamala Harris verso la Casa Bianca.
Il perdono di Biden è "pieno e incondizionato", azzera ogni responsabilità penale nei confronti del figlio oggi apparentemente uscito dalla dipendenza della droga e dell’alcol. Hunter aveva già patteggiato molti mesi fa per gli stessi reati, ammettendo la sua responsabilità. Ma la sentenza di allora che non prevedeva carcere venne giudicata troppo lieve e il processo fu sdoppiato. Donald Trump, che di condanne pendenti ne ha 34 ma tutte rinviate a tempo indeterminato dopo la vittoria presidenziale, si è scagliato contro Biden definendolo un ipocrita: ha giudicato il perdono un atto ingiusto ricordando che in carcere ci sono ancora centinaia di "patrioti americani" protagonisti, il 6 gennaio del 2020, dell’assalto (leggero secondo Trump) al Congresso. Biden ha anche aggiunto che si è trattato di un "processo poitivo che ha preso di mira Hunter per colpire me".
Trump potrebbe adesso mettere in pratica la sua promessa e cioè liberare tutti i protagonisti dell’assalto del 6 gennaio. Nel 2020, comunque, anche lui nell’ultimo giorno del suo primo mandato, perdonò un membro della famiglia: il padre di Jared Kushner che stava scontando oltre due anni di galera e che ieri ha proposto come nuovo ambasciatore a Parigi. Nella storia americana comunque ci sono altri esempi illustri, da Ford che perdonò, Nixon, da Clinton che perdonò il fratello. Anche Mosca è andata a nozze con la decisione di Biden: una "caricatura della democrazia", ha accusato la portavoce del ministero degli Esteri russo Maria Zakharova.