Roma, 14 marzo 2024 – Un’altra morte sospetta ai vertici della Lukoil. Il vicepresidente del colosso petrolifero russo, Vitaly Robertus, è stato trovato senza vita. “Impiccato”, secondo i media russi Astra e Baza, che parlando di “suicidio”. E’ il quarto decesso eccellente nell’azienda dall’inizio della guerra in Ucraina e altri uomini d’affari impegnati nel settore dell’energia hanno perso la vita in circostanze non chiare. Apparenti suicidi o morti improvvise.
Nel maggio del 2022 era scomparso Alexander Subbotin, 43 anni, alto dirigente della compagnia. Nel settembre dello stesso anno stessa fine era toccata al presidente Ravil Maganov, 67 anni. Per i media di Stato, l’uomo era caduto dalla finestra dell’ospedale. Era stato ricoverato con problemi cardiaci e stava assumendo antidepressivi, è la versione ufficiale che allude a un suicidio. Ma la nota dell'azienda non menzionava alcuna caduta: "Si è spento dopo una lunga malattia”, si limita a dire. La stessa mattina, Putin – che in precedenza aveva decorato Maganov con la massima onorificenza – era nello stesso ospedale omaggiare Mikhail Gorbachev, morto quella stessa settimana.
Uno anno dopo circa – ottobre 2023 – muore il suo successore Vladimir Ivanovich Nekrasov, 66 anni. “Insufficienza cardiaca acuta”, comunica Lukoil in quell’occasione. A novembre tocca a Vladimir Lebedev, 60 anni, senatore russo con stretti legami con Lukoil, nonché "amico di lunga data e compagno di caccia del più stretto aiutante del Cremlino di Vladimir Putin, Sergei Kiriyenko, 61 anni, ex primo ministro russo e vice capo dello staff di Putin”, scrive Daily Mail. Per la sua morte si parlò di una “terribile tragedia” inspiegabile.
E così arriviamo a Robertus, 53 anni, l’intera carriera trascorsa in Lukoil.
Secondo il canale Telegram VChK-OGPU – citato da Daily Mail – che avrebbe “stretti legami con le forze dell'ordine”, amici e collaboratori dicono che Robertus si sentiva "perseguitato" e temeva un'indagine penale. Questo nel contesto di “aspre faide ai massimi livelli della compagnia”.
A trovarlo morto sarebbe stato un altro vicepresidente del gigante petrolifero, Oleg Pashaev. Pashaev l’aveva cercato al telefono ma non avrebbe risposto. Preoccupato, sarebbe entrato nel suo ufficio, scoprendo il cadavere. Voci non confermate parlano di un conflitto aperto fra i due.
Lukoil è l’unica tra le compagnie petrolifere russe ad aver criticato esplicitamente l’invasione dell’Ucraina poco dopo il febbraio del 2022: è comunque nel mirino delle sanzioni statunitensi.