Giovedì 26 Dicembre 2024
REDAZIONE ESTERI

Luis Sepulveda morto per Coronavirus

Lo scrittore cileno era ricoverato in Spagna, a Oviedo: aveva 70 anni

Luis Sepulveda morto per il Coronavirus, a Oviedo, in Spagna

Oviedo, 16 aprile 2020 - Lutto nel mondo della letteratura: Luis Sepulveda è morto per Coronavirus. Lo scrittore cileno, 70 anni, era ricoverato da fine febbraio in Spagna, nell'ospedale universitario di Oviedo dopo aver contratto l'infezione. E' stata l'agenzia spagnola Efe a darne l'annuncio. FOCUS / Coronavirus, il bollettino del 17 aprile

Sepulveda viveva a Gijón, nel Nord della Spagna. Era risultato positivo al Covid19, così come la moglie, Carmen Yanez. La coppia aveva manifestato i primi sintomi del virus due giorni dopo essere rientrati da un festival letterario in Portogallo, dove sono rimasti dal 18 al 23 febbraio.

Il grande amore per l'Italia

Considerato uno dei più grandi autori del Novecento, Sepulveda aveva stregato la scena internazionale con 'Il vecchio che leggeva romanzi d'amore', pubblicato in Italia nel 1993. Aveva un rapporto molto stretto con il nostro Paese, di cui si diceva innamorato: 8 milioni le copie vendute solo al pubblico italiano. E a Milano, lo scorso ottobre, aveva compiuto e festeggiato i suoi 70 anni, in un evento organizzato dalla sua casa editrice italiana, Guanda. 

Molto amato anche il suo 'Storia di una gabbianella e di un gatto che le insegnò a volare', opera con cui nel 1997 aveva inaugurato la sua produzione favolistica, aprendosi così ad un pubblico di tutte le età. Il libro aveva poi trovato anche un seguito cinematografico in un film d'animazione per la regia Enzo D'Alò. 

Il suo Cile, Pinochet e l'esilio

Luis era cresciuto in un quartiere proletario di Santiago del Cile. Ha sempre avuto un grande spirito militante. Durante la presidenza di Salvador Allende si era iscritto al Partito Socialista ed era entrato a far parte della guardia personale del presidente cileno. Nel 1973, dopo il colpo di stato di Pinochet e la dittatura, Sepulveda era stato arrestato, liberato sette mesi più tardi grazie alle pressioni di Amnesty International. Un nuovo arresto l'aveva poi condannato all'esilio che l'aveva reso - sue parole - "un apolide". Aveva riottenuto la cittadinanza cilena soltanto nel 2017.