Lunedì 23 Dicembre 2024
MARTA
Esteri

L’ora più buia di Kiev: "Il fronte può crollare". L’Ucraina lancia l’sos. E la Nato: subito aiuti

L’allarme arriva da alti ufficiali vicini all’ex comandante Zaluzhny. Zelensky: Mosca recluterà 300mila soldati entro il prossimo giugno. Il segretario dell’Alleanza Atlantica: "Sostegno economico più ingente".

L’ora più buia di Kiev: "Il fronte può crollare". L’Ucraina lancia l’sos. E la Nato: subito aiuti

Ottaviani

La Nato si appresta a festeggiare i suoi 75 anni di vita, ma proprio questa ricorrenza si sta trasformando in una riflessione sulla natura stessa dell’Alleanza Atlantica. Il momento è difficile. Il prossimo novembre, se Donald Trump dovesse vincere le elezioni negli Stati Uniti, la natura del Patto potrebbe cambiare in modo consistente. Ma soprattutto, dall’Ucraina arrivano brutte notizie, che implicano un’azione rapida e decisa. Un intervento che, ammesso avvenga, potrebbe comunque arrivare troppo tardi. Kiev sta vivendo il momento più difficile dall’inizio del conflitto cominciato oltre due anni fa.

L’allarme arriva proprio da alti ufficiali che hanno lavorato con l’ex comandante in capo delle forze ucraine, Valery Zaluzhny, rimosso a febbraio scorso dalla guida dell’esercito. Le linee ucraine potrebbero crollare da un momento all’altro, soprattutto se, come pare, la Russia concentrerà sulle zone di guerra nuove truppe di terra. I timori degli ufficiali sono stati in qualche modo confermati dal presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, secondo il quale Mosca starebbe reclutando 300mila soldati in più da mandare al fronte a partire dal prossimo primo giugno. A fare sentire la propria voce, ieri, è stato soprattutto il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, che ha richiesto, per l’ennesima volta, la fornitura di missili Patriot: "Tutti quelli disponibili".

Un appello accorato, di chi sa di combattere due guerre, la prima contro la Russia e la seconda contro il tempo. "L’Ucraina – ha spiegato il capo della diplomazia di Kiev su X – è attualmente l’unico Paese al mondo che si difende dagli attacchi di missili balistici quasi ogni giorno. Ciò significa che tutte le batterie Patriot disponibili nel mondo che possono essere fornite all’Ucraina devono essere consegnate al più presto. Non c’è posto più importante per loro". Kuleba, che si trova a Bruxelles per la ministeriale della Nato, sta tenendo incontri bilaterali con alcuni Paesi, fra cui Polonia, Spagna e Danimarca. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, sembra rendersi perfettamente conto della situazione, ma ci sono ostacoli che devono ancora essere superati.

Il primo è a Washington, dove il pacchetto di aiuti da 60 miliardi di dollari è bloccato al Congresso, dove la maggioranza è repubblicana. Nel suo discorso inaugurale della ministeriale, il numero uno del Patto Atlantico ha detto chiaramente che l’Ucraina ha bisogno di "denaro fresco" per vincere la guerra e aiuti che siano "prevedibili e costanti". "Sono lieto – ha sottolineato Stoltenberg – che gli alleati continuino a fornire armi, munizioni ed equipaggiamento. Ma l’Ucraina ha esigenze urgenti. Qualsiasi ritardo nel fornire supporto ha conseguenze sul campo di battaglia, quindi dobbiamo modificare le dinamiche del nostro sostegno". Stoltenberg non ha voluto fornire cifre ma diverse fonti diplomatiche hanno confermato che si sta parlando di circa 100 miliardi di euro sulla base di contributi proporzionali al Pil di ogni Paese. I ministri in questi due giorni discuteranno su come la Nato possa assumersi una maggiore responsabilità nel coordinare l’equipaggiamento militare e l’addestramento per l’Ucraina, in vista del vertice Nato del prossimo luglio. Sperando che le linee ucraine riescano a resistere.