Londra, 20 aprile 2024 - Londra boccia la proposta della Commissione europea per ripristinare una sorta di libera circolazione per i giovani (limitatamente agli under 30 e solo a determinate condizioni).
Un portavoce del governo di Rishi Sunak ha escluso che la proposta di Bruxelles possa essere accolta. Dopo l’uscita del Regno Unito dall’Unione, Londra non ha alcuna intenzione di stringere nuove intese con l’Ue che possano essere interpretate come un passo indietro rispetto alle decisioni prese in seguito all’esito del referendum del 2016.
Le parole del portavoce del governo Sunak
“Non introdurremo un programma di mobilità giovanile a livello europeo”, ha detto il portavoce di Downing Street. "La libera circolazione all’interno dell’Ue è stata interrotta e non è prevista la sua reintroduzione”. Da quando la Brexit è diventata operativa numerosi sono stati gli appelli lanciati da personaggi di spicco e organizzazioni varie delle due sponde della Manica per il raggiungimento di intese che, soprattutto nel campo della ricerca e della formazione, riuscissero a superare le barriere venutesi a creare.
Erasmus, cosa è cambiato
Lo scorso primo gennaio, ad esempio, il Regno Unito è tornato a far parte di Horizon Europe con lo status di Paese associato. Questo permetterà ai ricercatori britannici di partecipare al programma di ricerca e innovazione dell’Unione alle stesse condizioni dei ricercatori degli altri Paesi associati e di avere accesso ai finanziamenti europei. Cosa che invece non si è verificata per Erasmus, il programma che consente agli studenti di fare un’esperienza in un altro Paese. Londra ha deciso di non aderire all’ultima versione dell’iniziativa - quella operativa nel periodo 2021-2027 - perché l’ha ritenuta economicamente non vantaggiosa.
Cosa prevedeva la proposta europea
Forse è anche alla luce di questa situazione che Bruxelles ha proposto un nuovo progetto per favorire la reciproca mobilità giovanile consentendo, a chi lo volesse per motivi di studio o di lavoro, di poter soggiornare per quattro anni nel Paese prescelto. Niente da fare. Londra ha detto no a questa ipotesi lasciando però la porta aperta a intese bilaterali con singoli Paesi in una logica utilitaristica che è poi stata sempre la cifra dei rapporti del Regno Unito - campione nel collezionare i famosi opt out, da quello sulla moneta unica a quello sulle politiche sociali - con l’Unione europea.
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