Poco più di un anno prima che il CEO di UnitedHealthcare, Brian Thompson, venisse assassinato a Midtown Manhattan per mano del 26enne Luigi Mangione, una causa legale intentata contro il gigante assicurativo che guidava rivelò quanto fosse diventato draconiano il suo processo di negazione dei reclami. Lo scorso novembre, gli eredi di due ex pazienti UHC presentarono una causa in Minnesota, sostenendo che l'assicuratore utilizzasse un algoritmo AI per negare e annullare i reclami di pazienti anziani già approvati dai loro medici.
L'algoritmo in questione, noto come nH Predict, avrebbe avuto un tasso di errore del 90% e secondo le famiglie dei due uomini deceduti che hanno presentato la causa, UHC ne era a conoscenza. Mentre questa causa si faceva strada attraverso i tribunali, la rabbia riguardo alla predilezione del grande assicuratore per la negazione dei reclami è solo cresciuta, e le motivazioni dell'assassino non fanno che confermare che anche lui potesse essere tra coloro che erano scontenti della copertura fornita da UHC. Il tutto è tra l’altro confermato dai rapporti che riportano che Mangione ha scritto le parole "negare", "difendere" e "deporre" sul bossolo dei proiettili utilizzati per colpire il CEO, un messaggio che fa sembrare ormai chiaro che l'assassino fosse risentito contro le aggressive negazioni di copertura dell'industria assicurativa ai pazienti malati.
Oltre alle motivazioni personali dello sparatore, è chiaro dalla reazione scioccante e celebrativa online all'omicidio di Thompson che la rabbia verso il sistema assicurativo e sanitario americano ha raggiunto un punto di vera e propria sete di sangue.Come ha così bene messo in evidenza The American Prospect, "almeno 50 milioni di clienti del monopolio medico americano potrebbero avere un motivo per vendicarsi sul CEO di UnitedHealthcare."
E la cruenta brutalità delle affermazioni riguardanti l'algoritmo AI dell'azienda illustra perfettamente perché siano così arrabbiati.