Lunedì 23 Dicembre 2024
MASSIMO SELLERI
Esteri

Zuppi a Washington: l’inviato del Papa oggi incontra Biden. E spinge per il dialogo

Focus su bimbi e aiuti umanitari per far avvicinare i due Paesi. Il capo della Cei si aspetta che gli Usa facciano sentire il proprio peso.

Bologna, 18 luglio 2023 – Il cardinale Matteo Zuppi è volato a Washington dove, oggi, sarà ricevuto alla Casa Bianca dal presidente degli Usa Joe Biden. È questa la terza tappa della missione di pace che papa Francesco gli ha affidato e che ha un obiettivo ben preciso fare cessare il prima possibile il conflitto generato dall’invasione della Russia in Ucraina. Anche lo spirito con cui questo cammino deve essere affrontato è molto chiaro alla Santa Sede: bisogna attivare una serie di iniziative umanitarie che interessano le due nazioni e che consentano ai rispettivi governi di iniziare a fidarsi l’uno dell’altro per minare, passo dopo passo, il concetto utilizzato da entrambe le parti di "una difesa necessaria". Lo scopo del viaggio dell’arcivescovo negli Usa è proprio quello di cercare alleati che condividano questo piano partendo da chi in questa guerra ha una influenza superiore rispetto a tutti gli altri e guida il resto del cosiddetto occidente.

Il cardinale Matteo Zuppi, vescovo di Bologna e capo della Cei
Il cardinale Matteo Zuppi, vescovo di Bologna e capo della Cei

Le iniziative umanitarie più evocate in questo conflitto sono tre. Quella che ha funzionato realmente riguarda lo scambio di prigionieri con i due eserciti che non hanno teso agguati alla controparte ma hanno tenuto fede agli impegni presi, mentre le altre due hanno incontrato difficoltà di ordine differente. Al momento, invece, i russi non ne vogliono sapere di rinnovare l’accordo sul grano, pur essendo consapevoli che si rischia di affamare ancora di più le realtà più povere dell’Africa andando a creare le condizioni per una nuova emergenza.

La terza questione è legata ai bambini ucraini deportati da Mosca e non è stata mai praticamente affrontata, anche perché il Cremlino ha proceduto alla loro adozione in barba al diritto internazionale. A queste si aggiungono una serie di questioni che ancora non sono emerse, ma che sono al centro del conflitto e che riguardano la popolazione russa in Ucraina in alcune zone come il Donbass. Fino ad ora non vi è stata una reale convivenza tra le due popolazioni, ma la presenza dell’una era motivo di una rappresaglia feroce da parte dell’altra. Il conflitto è partito con questa motivazione e la costituzione di una zona franca garantita da un soggetto terzo potrebbe essere la via per evitare che vi siano ulteriori vittime tra i civili e per non fornire altri pretesti. Negli Usa il cardinale bolognese ripartirà da questo scenario, che altro non è se non la sintesi di quanto ha ascoltato nei suoi due viaggi precedenti a Kiev e a Mosca.

La strada è tutta in salita anche perché l’amara costatazione che la missione ha registrato ascoltando la gente comune è che la maggior parte dei due popoli prega per la pace, ma entrambe pregano la vittoria per cui, ad oggi, qualsiasi negoziato avrebbe il sapore della sconfitta.