Mercoledì 8 Gennaio 2025
REDAZIONE ESTERI

L’agente Linda De Sousa condannata per aver fatto sesso in carcere con un detenuto. Il video finito in rete

Londra, il giudice: “Non è un comportamento isolato, si era già verificato in passato”. La rabbia del direttore della prigione: le sue azioni hanno vanificato anni di sforzi

Linda De Sousa Abreu, ex agente di polizia penitenziaria, condannata a 15 mesi di reclusione

Linda De Sousa Abreu, ex agente di polizia penitenziaria, condannata a 15 mesi di reclusione

Londra, 7 gennaio 2025 –  Condannata a 15 mesi di reclusione una ex funzionaria della prigione maschile di Wandsworth (Londra), ritenuta colpevole di aver avuto incontri sessuali con un detenuto. Linda De Sousa Abreu è stata identificata dal personale carcerario dopo che il video degli incontri è stato condiviso online, suscitando subito scalpore in rete.

La trentenne, arrestata all'aeroporto di Heathrow prima del tentativo di imbarcarsi su un volo per Madrid con il padre, durante il processo si è riconosciuta colpevole di cattiva condotta

Il direttore del carcere, Andrew Davy, ha dichiarato che le azioni di Abreu hanno avuto un immediato impatto negativo che è bastato per vanificare molti anni di lavori e sforzi a servizio dell’istituto penitenziario. In una dichiarazione scritta alla corte della corona di Isleworth, Davy ha inoltre aggiunto che molte donne (tra il personale della prigione) hanno riferito un aumento di "hit on" (provarci con) da parte dei detenuti.

Il fatto 

Abreu e il detenuto sono stati filmati in una cella tra il 26 e il 28 giugno. La polizia ha affermato inoltre che sono in corso indagini per approfondire la presenza di altri prigionieri identificati nel video. 

Il giudice Martin Edmunds KC ha detto che “non è un comportamento isolato” e che questa condotta “si era già verificata in passato”. Un portavoce del Servizio penitenziario ha affermato che "mentre la stragrande maggioranza del personale del servizio penitenziario è laborioso e onesto, stiamo comprendendo che la minoranza infrange le regole, permettendoci così di rafforzare la nostra Unità di lotta alla corruzione e consolidare i nostri processi di controllo – ha continuato il portavoce – come dimostra la sentenza di oggi, laddove gli agenti non rispettano i nostri standard elevati non esitiamo a prendere misure drastiche." 

L'Associazione degli ufficiali carcerari, che rappresenta il personale penitenziario, ha riconosciuto l’esistenza di un piccolo numero di dipendenti corrotti che lavorano nelle prigioni e che minano il lavoro degli altri.