Tripoli, 13 settembre 2023 – C’è un prima e un dopo. Quest’ultimo tragico e doloroso. Una catastrofe, quella della tempesta Daniel che si è abbattuta in Libia provocando circa 20mila morti nella regione costiera di Derna (secondo le ultime stime), che si riflette sul territorio libico: una frattura ripresa dagli occhi satellitari di Sentinel 2, del programma Copernicus di Commissione Europea e Agenzia Spaziale Europea, e che mostra in tutta la sua drammaticità questo prima e dopo. Come a dire, ecco come eventi climatici estremi possono travolgere e modificare il nostro ambiente causando danni incalcolabili.
Le immagini satellitari
Il colore del deserto, uniforme nell'immagine del 2 settembre, è costellato dal blu e dall'azzurro degli acquitrini nella foto del 12 settembre, dove anche il verde delle zone costiere si perde fra miriadi di macchie azzurre e biancastre. "I terreni prevalentemente ‘permeabili’ come quello colpito dalle inondazioni in Libia solitamente godono di una buona risposta di assorbimento delle acque, ma in questo caso per asportare fango e detriti sarà necessario comunque di complesse operazioni di smaltimento con infrastrutture ad hoc e sarà inevitabilmente un processo lungo”, dichiara il docente di Geologia Applicata dell’Università di Pisa, Roberto Giannecchini. Intanto, le immagini e i dati rilevati dai satelliti potranno aiutare a preparare mappe in alta definizione delle zone colpite, permettendo in questo modo sia un controllo accurato dei danni sia una risposta tempestiva.
Allarme colera
Le immagini satellitari danno la misura della portata della tempesta Daniel. Ora si teme un'altra catastrofe dietro l'angolo: l'epidemia di colera, corollario inevitabile di acque inquinate e corpi in decomposizione.