Roma, 4 aprile 2019 - Il generale Haftar tenta una soluzione di forza in Libia. Nonostante gli accordi raggiunti a Dubai lo impegnassero a una conferenza nazionale a Ghadames il prossimo 14-16 aprile in vista di elezioni ad ottobre, l’uomo forte della Cirenaica tenta ancora una spallata al debole Governo di Accordo Nazionale (GNA) di Fayez Serraj. Sue truppe, guidate dal generale Abdulsalam al Hassi, hanno ingaggiato ieri quelle favorevoli al GNA nei pressi El Asabaa, a sud ovest della città di Gharian, e hanno prevalso facendo due morti tra i lealisti. Da lì, grazie anche alla defezione di due milizie che difendevano Gharian sono poi entrati in città la scorsa notte. Due erano a questo punto le ipotesi: che Haftar - appoggiato da Egitto, Russia, Arabia Saudita, Emirati Arabi e Francia - volesse solo trattare da una posizione di forza alla prossima conferenza nazionale o che avesse rotto gli indugi e volesse prendere Tripoli con le armi.
E questa sembra essere l'intenzione: prendere Tripoli. "E' arrivato il momento di rispondere all'appello dei nostri fratelli a Tripoli, hanno avuto troppa pazienza": così il capo dell'Esercito nazionale libico (Lna), Khalifa Haftar, in un audio pubblicato questo pomeriggio sulla pagina Facebook, ha ordinato ai suoi uomini di avanzare verso la capitale libica e ha chiesto la resa delle milizie fedeli al governo di accordo nazionale di Fayez al Sarraj in quella che ha denominato 'Operazione per liberare Tripoli'.
"Al nostro esercito alle porte di Tripoli in tutti i suoi assetti _ dice Haftar nel messaggio _ dico che oggi completiamo con l'aiuto di Dio la marcia vittoriosa, la marcia della lotta e della resistenza, oggi rispondiamo alla chiamata del nostro popolo nella nostra cara capitale come abbiamo promesso, alla chiamata del nostro popolo che non ha più pazienza, oggi è il nostro appuntamento con il destino per rispondere alla chiamata della giustizia e della storia che ci apre le sue pagine luminose, dove scriviamo dei frutti del jihad e la conclusione della sofferenza e del dolore". "Oggi _ prosegue _ faremo tremare la terra sotto i piedi dei tiranni hanno compiuto atti di ingiustizia, aumentando la corruzione nel Paese, oggi la luce si diffonde da tutti i lati dopo un lungo periodo di attesa che fa ben sperare e porterà prosperità, oggi la nostra voce si alzerà, risuona la sua eco in ogni cielo. Eccoci Tripoli, eccoci - dice Haftar in una discorso che gronda retorica - Oh eroi coraggiosi, è giunta l'ora, ed è arrivato il tempo del nostro appuntamento con la grande vittoria, andate avanti come vi conosciamo, a passi fiduciosi in Dio, ed entrate a Tripoli, in pace su coloro che vogliono la pace, sostenitori della giustizia non invasori, non sollevate le armi se non solo di fronte a chi ha commesso l'ingiustizia e ha preferito il confronto e la lotta, e non sparate se non solo a quelli che portano le armi per sparare e versare sangue". "Chi ha abbandonato le armi _ prosegue Haftar _ è salvo, chi rimane nella sua casa è al sicuro, chi alza bandiera bianca è sicuro, la sicurezza dei cittadini e le loro donne e i loro beni, la sicurezza dei nostri ospiti stranieri a prescindere della loro cittadinanza, le strutture della nostra capitale e le sue infrastrutture sono tutte affidate a voi, conservate ciò che è stato affidato a voi Temete Allah e ricordate il versetto del Corano". Il riferimento è alversetto che ricorda che Allah non ama gli aggressori.
In risposta, il premier del governo di accordo nazionale libico sostenuto dall'Onu, Fayez Sarraj, ha autorizzato le milizie sotto il suo comando ad attaccare e bombardare le posizioni occupate a sud di Tripoli dal generale Khalifa Haftar, che a sua volta ha ordinato al suo esercito di avanzare verso la capitale. In una dichiarazione rilasciata dall'intelligence militare, Sarraj ha spiegato che la misura mira a "preservare e proteggere civili e infrastrutture da qualsiasi minaccia", in caso di attacco delle truppe di Haftar.
Video shows locals in Gharyan welcoming LNA forces as they arrived peacefully in the city earlier today. #Libya pic.twitter.com/KosyW4hUSh
— The Libya Times (@thelibyatimes) 4 aprile 2019
L’offensiva su Gharian era stata confermata da entrambe le parti. Il governo d'Accordo Nazionale libico (GNA) mercoled' sera ha dichiarato l'allerta generale dopo che una colonna di 300 mezzi blindati del Libyan National Army (LNA) del generale Khalifa Haftar, partito dal Sud del Paese con il dichiarato obiettivo di "ripulire la Tripolitania dal terrorismo" è arrivato nella città di al Gharian, un centinaio di chilometri a Sud della capitale Tripoli. Nella nottata si sono verificati i primi scontri "tra le forze di Bengasi (LNA) e milizie armate rivali a sud di Tripoli", senza precisare la località dove sarebbero avvenuti.
La mobilitazione generale ordinata dal GNA del presidente Fayez Serraj, riconosciuto dalla comunità internazionale, è stato rilanciata anche dal ministro dell'Interno Fathi Bishaga. In un comunicato rivolto ai cittadini di Tripoli Bishaga ha detto: "Assicuro al nostro popolo libico che le forze del Ministero degli Interni sono pronte e pienamente capaci di affrontare qualsiasi tentativo di minare la sicurezza della capitale o mettere in pericolo la sicurezza dei civili". Secondo il ministro, "non c'è modo di porre fine alla crisi se non attraverso mezzi politici e pacifici, la sicurezza di Tripoli non potrà essere scalfita". Le forze di Misurata e di Zintan hanno assicurato il loro appoggio al governo di Serraj e si sono dette "pronte a combattere per difendere Tripoli". Ordini per «fermare i progressi dell'esercito» del generale Khalifa Haftar verso Tripoli sono stati impartiti ad "aerei da combattimento" da parte di Ali Boudeya, il Capo dell'Aviazione del ministero della Difesa del Governo di accordo nazionale
Gli sviluppi della situazione sono attentamente monitorati dagli americani. Droni Global Hawk decollati da Sigonella sono in volo sulla Libia e così arei spia decollati dalla base di Souda Bay, a Creta.