Roma, 6 aprile 2019 - Eni ha deciso di evacuare il personale italiano in Libia, dove da due giorni è in corso l’avanzata del generale Khalifa Haftar su Tripoli. E' una decisione precauzionale", dicono in Eni, come già avvenuto in altre occasioni. Il personale italiano dell'Eni in Libia era presente nel giacimento di Wafa, in Tripolitania, e in quello di El Feel, a sud. L'evacuazione del personale della compagnia petrolifera è avvenuta in raccordo con la Farnesina. “La situazione nei campi petroliferi è sotto controllo e stiamo monitorando l'evolversi della vicenda con molta attenzione” dicono in Eni dove si sottolinea che la compagnia petrolifera “non ha attualmente personale presente a Tripoli”.
In mattinata il ministro dell'Interno, Fathi Bashaga ha annunciato che le forze fedeli al governo libico di concordia nazionale, guidato da Fayez al-Serraj, hanno ripreso il controllo dell'aeroporto internazionale di Tripoli e di Qasr bin Ghashir, località distante pochi chilometri dallo scalo e che stanno tentando di tagliare le linee di rifornimento dell’Lna. Nel pomeriggio le forze di Haftar hanno annunciato, per la seconda volta in 24 ore, di aver ripreso l'aeroporto dopo pesanti scontri.
L'aviazione del Governo di Accordo Nazionale (GNA) libico ha lanciato raid aerei sulle posizioni dell'esercito del generale Khalifa Haftar a Mizdah, a sud di Gharyan, dove è stato colpito un concentramento di truppe nella base militare di Thamina, e ancora a Gharyan e a Ayn Zayrah e Souq Al-Khamis, sudest di Tripoli. Anche velivoli dell’LNA sono in volo, e scortano le truppe. Le forze di Haftar stanno tentando le rompere le linee di difesa nemiche e avanzano nella zona di Salah al Din e Ayn Zahrah, dove avrebbero raggiunto il ponte di Zahrah. Le truppe di Haftar avrebbero anche ripreso il controllo del checkpoint 27, sulla costa.
Le forze di Tripoli avrebbe invece condotto una controffensiva su Aziziya e Al Hira e Gharian le avrebbero riprese.
FOTO Le forze di Haftar all'aeroporto di Tripoli
Nonostante i combattimenti in corso l'inviato speciale dell'Onu per la Libia, Ghassan Salame ha sostenuto _ non si sa su quali basi _ la Conferenza nazionale sulla Libia prevista a Ghadames il 14 aprile si terrà regolarmente. "La sua convocazione in queste circostanze è difficile _ ammesso Salamè _ ma si terrà nei tempi previsti a meno che circostanze imperative non la ritardino". Dati gli scontri in atto, l'annuncio pare paradossale.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, riunitosi sabato sera, ha espresso "preoccupazione" per le azioni militari nei pressi della capitale libica Tripoli, avvertendo che esse stanno mettendo a rischio la stabilità del paese, e ha invitato le truppe dell'esercito nazionale libico (LNA) comandate dal generale Khalifa Haftar a fermare tutte le attività. "Il Consiglio ha chiesto alle forze dell'LNA di fermare tutti i movimenti militari", ha detto l'ambasciatore tedesco delle Nazioni Unite Christoph Heusgen, presidente di turno del Consiglio di Sicurezza, leggendo una dichiarazione concordata dopo una riunione a porte chiuse sugli ultimi sviluppi. "Ha anche chiesto a tutte le forze di rallentare e fermare l'attività militare. Non ci può essere una soluzione militare al conflitto", ha detto Heusgen. Ma al momento Haftar non ascolta nessuna e continua la sua avanzata. A sostenerlo discretamente nella sua determinazione di trovare una soluzione militare ci sono l'Egitto e soprattutto l'Arabia Saudita.