Roma, 4 ottobre 2024 – La Guida suprema della Repubblica islamica non si nasconde: nel momento più difficile per l'Iran, sotto scacco per i raid israeliani contro Hamas e Hezbollah, e con lo spettro di subire a breve un attacco diretto di vasta portata, Ali Khamenei è riapparso in pubblico guidando la preghiera del venerdì per la prima volta dopo quattro anni. Con a fianco un fucile, Khamenei ha detto: i Paesi islamici hanno "un nemico comune" e ha aggiunto che l'attacco missilistico contro Israele è “legale e legittimo”. Messaggi inviati dall'ayatollah davanti a migliaia di fedeli riuniti a Teheran, anche per commemorare l'uccisione di Hassan Nasrallah.
Intanto proseguono i raid israeliani: gli aerei hanno sganciato la notte scorsa 73 tonnellate di esplosivo sul bunker di al-Marija. Secondo le stime, aggiunge il sito di notizie israeliano Ynet, Hashem Safieddine, destinato a diventare il successore di Hassan Nasrallah, si trovava in quel momento nel complesso insieme.
L'esercito israeliano (Idf) ha anche annunciato di avere "eliminato” il responsabile delle reti di comunicazione di Hezbollah, Mohammad Rashid Sakafi, con un raid aereo “mirato” nell'area di Beirut.
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La risposta di Israele all'attacco all'Iran è ancora oggetto di discussione: Israele dovrebbe cercare "altre alternative" a quella di colpire gli impianti petroliferi iraniani. Lo ha detto il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, in merito alla possibilità che Israele attacchi i giacimenti petroliferi iraniani: "Se fossi nei loro panni, penserei ad alternative".
I funerali di Hassan Nasrallah, ucciso nei giorni scorsi in un raid israeliano su Beirut, continuano ad essere un mistero. Non ha contributo a risolverlo una breve dichiarazione di una fonte vicina a Hezbollah raccolta dalla Cnn, che ha smentito la notizia secondo cui il leader del movimento sciita libanese sarebbe stato sepolto in segreto. "Non è stato deciso nulla" sull'ora e il luogo della sepoltura, ha detto la fonte nel giorno in cui a Teheran la Guida Suprema dell' Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, ha commemorato Nasrallah nell'ambito della preghiera del venerdì.
Il braccio armato di Hamas, le Brigate Qassam, ha confermato in un comunicato la morte di uno dei suoi comandanti, Zahi Yaser Abd al-Razeq Oufi, nel raid israeliano di ieri a Tulkarem in Cisgiordania. Lo riportano i media israeliani. L'esercito di Israele aveva annunciato di aver ucciso Oufi, considerato il capo di Hamas a Tulkarem.
Le forze americane hanno effettuato oggi attacchi su 15 obiettivi nelle aree dello Yemen controllate dai ribelli Houthi. Lo hanno riferito i militari. "Le forze del Comando Centrale degli Stati Uniti (Centcom) hanno condotto oggi attacchi contro 15 obiettivi Houthi nelle aree dello Yemen controllate dagli stessi ribelli sostenuti dall'Iran", ha precisato sui social media il comando militare responsabile delle forze statunitensi in Medio Oriente.
Il presunto successore di Hassan Nasrallah alla guida di Hezbollah, Hashem Safieddine, sarebbe stato ucciso nel bombardamento di ieri dell'Idf a Beirut. E' la convinzione che si sta facendo sempre più largo ai massimi livelli della sicurezza dello Stato ebraico, secondo quanto riferisce la tv israeliana Canale 12 citata dal Times of Israel.
Gli aerei da guerra degli Stati Uniti e del Regno Unito hanno attaccato le città di alcune località dello Yemen, compresa la capitale Sanaa. Lo fanno sapere i media controllati dagli Houthi; in particolare, vengono segnalati un attacco a sud della città di Dhamar, sette sull’aeroporto di Hodeidah e sull’area di Al-Khathib e quattro sulla capitale. I raid sono avvenuti nel giorno in cui un milione di persone hanno partecipato alla marcia in piazza Sabeen nella capitale Sanaa, dove si e’ celebrato un omaggio al capo di Hezbollah Hassan Nasrallah ucciso a Beirut in un attacco israeliano.
L'Iran prenderà di mira le infrastrutture energetiche israeliane se Tel Aviv lo attaccherà. Lo ha riportato il Times of Israel, citando l'agenzia di stampa semi-ufficiale iraniana Snn, secondo cui il vice comandante delle Guardie rivoluzionarie Ali Fadavi, ha dichiarato: "Se gli occupanti commettono un simile errore, colpiremo tutte le loro fonti energetiche, impianti, raffinerie e giacimenti di gas". "Non siamo stati noi ad avviare l'attacco, è stata una risposta a un attacco contro le terre iraniane. Non abbiamo intenzione di continuare, a meno che Israele non decida di attaccarci. Se lo farà, la nostra risposta sarà calcolata e proporzionata", aveva affermato il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, dopo il suo incontro con il presidente del Parlamento libanese, Navia Bar, oggi a Beirut.
I media libanesi e israeliani danno notizia di una nuova incursione aerea israeliana alla periferia meridionale di Beirut nella roccaforte di Hezbollah di Dahiyeh.
Il ministro della Difesa, Guido Crosetto, nel suo discorso in occasione della cerimonia di avvicendamento del nuovo capo di Stato maggiore della Difesa, nell'aeroporto militare di Ciampino, ha rivelato: "Oggi a Gaza è richiesto il nostro intervento dei carabinieri italiani". Due giorni fa, in commissione Difesa, Crocetto aveva inoltre riferito della richiesta da parte degli Stati Uniti per l'invio di 200 carabinieri a Gerico, in Cisgiordania, per formare le forze di polizia palestinesi. La richiesta "è stata fatta direttamente da Blinken (segretario di Stato Usa - ndr). Intanto dobbiamo verificare le condizioni di sicurezza, la fattibilità e tutto il resto. Poi decideremo".
Gli aerei dell'aeronautica militare hanno sganciato la notte scorsa un totale di 73 tonnellate di esplosivo sul bunker di al-Marija, nel quartiere Dahiyeh di Beirut, definito il "principale quartier generale dell'intelligence" di Hezbollah: lo riporta Ynet. Secondo le stime, aggiunge il sito di notizie israeliano, Hashem Safieddine destinato a diventare il successore di Hassan Nasrallah, si trovava in quel momento nel complesso insieme ad altri membri anziani di ciò che restava della leadership dell'organizzazione sciita.
L'esercito israeliano (Idf) ha annunciato di avere "eliminato" ieri il responsabile delle reti di comunicazione di Hezbollah, Mohammad Rashid Sakafi, con un raid aereo "mirato" nell'area di Beirut. "Mohammad Rashid Sakafi era un terrorista Hezbollah di alto livello, responsabile dell'unità di comunicazione dal 2000. I suoi sforzi all'interno dell'unità gli sono valsi il rispetto e, grazie alla sua posizione, Sakafi era strettamente affiliato ai terroristi Hezbollah di alto livello", si legge in un comunicato.
Secondo l'esercito israeliano, il pesante attacco aereo avvenuto durante la notte a Beirut ha preso di mira il quartier generale dell'intelligence di Hezbollah. Lo riportano il Times of Israel. Al momento, l'esercito non ha voluto rivelare chi si trovasse nel bunker sotterraneo nella periferia meridionale di Beirut, la roccaforte di Hezbollah nota come Dahiyeh, durante l'attacco. Secondo quanto riportato dal New York Times e da Axios, l'obiettivo era Hashem Safieddine, il capo del consiglio esecutivo di Hezbollah che dovrebbe essere il successore di Hassan Nasrallah dopo il suo assassinio della scorsa settimana.
La guida suprema Khamenei sta rivolgendo il suo sermone durante la preghiera del venerdì a Teheran con un fucile al suo fianco. L'attacco missilistico contro Israele è "legale e legittimo", afferma l'ayatollah. "Ogni nazione ha il diritto di difendersi dall'aggressore. I palestinesi hanno il diritto di opporsi all'occupante", ha detto la Guida suprema iraniana, definendo "legittima" l'operazione al-Aqsa Flood lanciata da Hamas il 7 ottobre dello scorso anno.
Le nazioni musulmane hanno un "nemico comune" e devono "cingere una cintura di difesa" dall'Afghanistan allo Yemen e dall'Iran a Gaza e al Libano, afferma ancora il leader supremo. "Se necessario colpiremo ancora la Palestina occupata".
Una fonte vicina a Hezbollah ha dichiarato all'Afp che il leader ucciso, Hassan Nasrallah, è stato sepolto "provvisoriamente" in un luogo segreto.
Hezbollah ha affermato alla testata L'Orient-Le Jour di "non avere ancora alcuna informazione" sulla sorte di Hachem Safieddine, il capo del consiglio esecutivo del partito e destinato a succedere a Hassan Nasrallah, dopo il massiccio attacco israeliano lanciato nella notte sulla periferia sud di Beirut.
Migliaia di persone si sono radunate all'esterno e all'interno del moschea Imam Khomeini Grand Mosalla, nel centro di Teheran, dove si prevede che l'ayatollah Khamenei guiderà, per la prima volta in 5 anni, i sermoni durante le preghiere del venerdì. Lo scrive l'agenzia semi-ufficiale iraniana Mehr. La preghiera seguirà "una cerimonia di commemorazione" per Hassan Nasrallah, il leader di Hezbollah, assassinato in un raid israeliano su Beirut venerdì scorso.
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, è arrivato a Beirut, in Libano. Lo riporta l'agenzia di stampa libanese Nna. Araghci ha in programma colloqui con il premier Najib Mikati e altri funzionari libanesi.
Gli attacchi intensi effettuati dalla forza aerea israeliana nella notte contro Beirut avevano come obiettivo Hashem Safi al Din, presunto successore di Hassan
Nasrallah alla guida del movimento sciita Hezbollah. Lo sostiene il New York Times, che cita tre funzionari israeliani. Il bombardamento, uno dei più intensi da quando è stato ucciso Nasrallah, era diretto contro un bunker sotterraneo dove si sarebbero incontrati alti dirigenti Hezbollah, tra i quali Safi al Din.
Una fonte vicina a Hezbollah afferma che tra ieri sera e stanotte Israele ha condotto 11 attacchi consecutivi sulla roccaforte del movimento sciita a sud di Beirut, in uno dei bombardamenti più violenti da quando la scorsa settimana lo Stato ebraico ha intensificato la sua campagna militare sul Paese confinante. L'Agenzia di stampa nazionale (Nna) del Libano ha parlato di "più di 10 attacchi consecutivi, in uno dei raid più forti sui sobborghi meridionali di Beirut dall'inizio della guerra israeliana" nel Paese. Nella notte il portavoce in lingua araba delle Forze di difesa israeliane (Idf), Avichay Adraee, aveva diramato un "avviso urgente" d'evacuazione per i residenti dell'area di Burj al-Barajneh a sud di Beirut, seguito da un altro per il quartiere di Hadath. Un attacco aereo israeliano avrebbe preso di mira anche un magazzino adiacente all'aeroporto di Beirut, secondo la fonte vicina a Hezbollah.
La Guida Suprema iraniana, l'ayatollah Ali Khamenei, guiderà l'alta preghiera settimanale oggi e pronuncerà un sermone che potrebbe dare il tono ai piani dell'Iran dopo l'attacco missilistico contro Israele di martedì. Questo raro discorso arriva anche tre giorni prima del primo anniversario dell'attacco senza precedenti del movimento islamista palestinese Hamas sul suolo israeliano, che ha scatenato la guerra nella Striscia di Gaza, il 7 ottobre 2023. Khamenei, decisore ultimo delle principali questioni della Repubblica islamica, potrebbe far luce sul seguito che Teheran intende dare all'attacco, durante il quale sono stati lanciati circa 200 missili contro Israele.
Secondo il sito web dell'ayatollah Khamenei, la preghiera del venerdì sarà preceduta da una "cerimonia di commemorazione" in onore di Hassan Nasrallah. Questa avrà luogo alle 10:30 ora locale (07:00 GMT) nella Grande Moschea di Mosalla, nel centro della capitale iraniana. L'ultima volta che Khamenei ha guidato la preghiera del venerdì è stato nel gennaio 2020, dopo un attacco missilistico iraniano a due basi che ospitavano americani in Iraq, come rappresaglia per l'attacco di un drone americano che aveva appena ucciso a Baghdad il generale iraniano Qassem Soleimani, comandante dei Guardiani.
"La situazione sta peggiorando e siamo preoccupati per le persone che conosciamo che sono rimaste in Libano - è la testimonianza di una giovane operatrice di una ong italiana -. Sono rientrata con due colleghe. Spero che la situazione possa migliorare presto, ma non penso succederà. Spero si possa fermare tutto questo e di poter tornare presto lì". "Abbiamo deciso ieri di venire in Italia dopo che l'Ambasciata ci ha contattati dicendoci che era a disposizione questo charter - il racconto di un italo libanese, arrivato con la moglie -. Il quadro è assai complicato in Libano ed a questo punto abbiamo valutato che era meglio essere al sicuro in Italia e vedere poi il da farsi, a seconda dall'evolversi della situazione. L'ambasciatore italiano a Beirut ha fatto un lavoro meraviglioso. Ora siamo felici di essere in Italia". Ed ancora le parole di un altro connazionale: "Dopo l'escalation degli ultimi giorni abbiamo deciso di tornare in Italia: i bombardamenti, dopo le province meridionali, sono arrivati a Beirut. Abbiamo avuto paura. Le esplosioni si sono sentite in tutta la città. Pur stando noi in quartieri tendenzialmente sicuri era impossibile non udirle. Due giorni fa ci hanno comunicato dell'opportunità di questo volo, poi confermato ieri sera: abbiamo deciso di partire. La cosa più triste è soprattutto stata quella di lasciare indietro, in Libano, chi non è fortunato come noi, colleghi, amici libanesi, e salire su questo volo. Abbiamo lasciato dietro molta tristezza per un Paese al collasso, sotto le bombe. Non sappiamo ora quando potremmo tornare a casa in Libano: è tutto molto triste, si sappia che il Paese sta vivendo giornate difficili, terribili".
"Il Governo italiano ha compiuto un buon lavoro per assisterci e consentire il nostro arrivo in Italia. Quando la situazione è peggiorata anche a Beirut città, per via dei bombardamenti, abbiamo deciso di venire in Italia. L'Ambasciata è stata subito attiva, disponibile, ci ha contattato, tutto è stato veloce ed in 24 ore ha organizzato questo viaggio. Ho dei familiari a Padova ed ora vedremo come andranno le cose", le parole di un cittadino con doppio passaporto italo libanese. "Ho colto l'opportunità di poter tornare in Italia. L'ambasciatore ci ha sempre assistito, è stato sempre con noi. Certo, in Libano la situazione è difficile. Ci vuole una decisione politica per trovare una soluzione", un'altra testimonianza. Infine, una giovane italo-libanese arrivata con i genitori: "Ci hanno contattato due giorni fa per il volo. Ci siamo organizzati ed abbiamo deciso di partire. La
paura è stata tanta, siamo traumatizzati, non ho parole. Abitavamo nella zona sud del Libano, abbiamo sentito le esplosioni. Abbiamo fatto 15 ore in auto per arrivare a
Beirut e sono stati giorni di grande tensione e stanchezza".