Giovedì 21 Novembre 2024
ALESSANDRO FARRUGGIA
Esteri

Corrotto, spaccato e quasi fallito: il Libano sull’orlo della catastrofe

Il Paese dei cedri era il gioiello del Medio Oriente, ma dal 1978 è abituato ad avere i tank israeliani in casa Le forze armate di Tele Aviv ribadiscono: “Faremo tutto il necessario per evitare un nuovo 7 ottobre”

Roma, 2 ottobre 2024 – ​​​​​Il Libano non ha più lacrime da piangere. Il Paese dei cedri, una volta gioiello del Medio Oriente, è uno Stato fallito, economicamente e politicamente, in mano a gruppi terroristici e profittatori, abituato dal 1978 ad oggi a vedere i tank di Israele sul proprio territorio. E adesso ci risiamo. “Fermare la forza Radwan, i commandos di Hezbollah. Evitare un nuovo 7 ottobre”. È questa secondo l’Idf la ragione dell’attacco di terra nel Libano meridionale. “Faremo tutto il necessario – dice il portavoce militare, contrammiraglio Hagari – per evitare nuovi massacri in Israele. Per questo le forze di difesa stanno conducendo raid limitati e mirati lungo il confine settentrionale di Israele contro la minaccia che Hezbollah rappresenta per i civili nel nord di Israele”.

“Questi raid di terra localizzati – prosegue – prenderanno di mira le roccaforti di Hezbollah che minacciano le città, i kibbutz e le comunità israeliane lungo il nostro confine. Hezbollah ha trasformato i villaggi libanesi accanto ai villaggi israeliani in basi militari pronte per un attacco a Israele in stile 7 ottobre: per attaccare le comunità israeliane e massacrare uomini, donne e bambini innocenti”.

L’Idf dice che punta a “rendere l’offensiva il più breve possibile, anche solo di poche settimane”, e le forze armate israeliane hanno rivelato di aver già effettuato più di 70 incursioni mirate in Libano dall’inizio della guerra dopo il 7 ottobre, distruggendo quasi mille postazioni di Hezbollah, tunnel e armi. “Circa 2.400 terroristi di Radwan e altri 500 terroristi della Jihad islamica palestinese – sostengono – erano in attesa nei villaggi del Libano meridionale per attaccare Israele nei giorni successivi all’attacco di Hamas del 7 ottobre”. La linea è: siamo di fronte a una minaccia costante che va eliminata. E ci stanno provando.

Il portavoce in lingua araba dell’Idf, Avichai Adraee, ha chiesto ai residenti di diversi villaggi nel Libano meridionale, tra cui Aabbassiyeh e Bint Jbeil, di evacuare a nord del fiume Awali. Hezbollah da parte sua ha negato l’ingresso di truppe israeliane in Libano. “Tutte le affermazioni israeliane secondo cui le loro forze sono entrate in Libano sono false”, ha detto ad Al Jazeera il responsabile delle relazioni con i media di Hezbollah, Muhammad Afif, affermando che ci sono ancora stati scontri diretti a terra tra i combattenti della resistenza e le forze di occupazione”. Idf confermerà limitate incursioni ma non scontri con Hezbollah.

Va detto che i caschi blu confermano la versione di Hezbollah. “Non c’è alcuna incursione via terra al momento. Gli israeliani sono entrati e poi sono tornati indietro”, ha detto Andrea Tenenti, portavoce della Forza delle Nazioni Unite (Unifil) schierata lungo la Linea Blu. “Qualsiasi incursione in Libano – sottolinea una nota di Unifil – viola la sovranità e l’integrità territoriale libanese e viola la risoluzione 1701. Le forze di peacekeeping restano in posizione”. Pronta la replica di Hagari. “Diciotto anni dopo la risoluzione dell’Onu numero 1701 – dice – Hezbollah è il più grande esercito non statale del mondo e il Libano meridionale è pieno di terroristi. Se lo stato del Libano e il mondo non riescono a respingere Hezbollah dai nostri confini, non abbiamo altra scelta che farlo noi stessi”.

Nel 1978, nell’82, nel 2000, nel 2006 questo non ha risolto il problema, ma gli israeliani non demordono. E pazienza per il Libano, che dal 2019 sta vivendo una profonda crisi economica. Il Pil libanese è crollato dai 55 miliardi di dollari del 2018 a 33 nel 2020, l’inflazione è andata alle stelle. Oggi l’80% della popolazione è al di sotto della soglia di povertà e il 36% è al di sotto della soglia di povertà estrema, e vive con meno di 2,15 dollari al giorno.

La corruzione è endemica, mentre il governo è impotente, state la paralisi politico-internazionale che sta impedendo la nomina di un nuovo governo, dimissionario dalla primavera del 2022, mentre la questione dell’elezione del Presidente della Repubblica resta congelata. Al Libano alla fame e alla disperazione mancava sola una nuova invasione israeliana. Fatto.