Kiev, 28 settembre 2023 – La propaganda di guerra del terzo millennio arruola anche i campioni dello sport. Per carità, non è una novità, succede da secoli ormai. Ma la mossa del presidente ucraino Volodymyr Zelensky è chiaramente una scelta d’immagine: ieri il leader di Kiev ha nominato Andrij Shevchenko, ex campione di calcio anche con la maglia del Milan e per pochi mesi allenatore del Genoa, come suo consigliere freelance. Lo ha annunciato con un decreto pubblicato sul suo sito web.
E sarà ovviamente un caso fortuito che questa nomina sia arrivata nel giorno in cui Shevchenko era a Roma per la Ryder Cup, la manifestazione di golf che attira l’attenzione dei media di tutto il momondo, per un match esibizione tra i campioni di altri sport che amano rilassarsi sul green, in alcuni casi anche con ottimi risultati tecnici. Come lo stesso Shevchenko, autore ieri di alcuni colpi da semiprofessionista.
Come era prevedibile, ieri molte delle domande nella già prevista conferenza stampa dopo la sfida sull’erba del club che porta il nome di Marco Simone, altro ex attaccante milanista, avrebbero voluto approfondire il tema dell’Ucraina. Ma dopo un paio di risposte Sheva, come lo chiamano i tifosi rossoneri, si è esibito in dribbling verbali degni delle sue prodezze nei derby.
"Non penso che il mio ruolo sia cambiato tanto, è sempre stato da freelance, comunque è una carica ancora più importante – ha detto l’ex ct dell’Ucraina, vincitore anche di un pallone d’oro quasi vent’anni fa –. Cercherò di aiutare il mio paese soprattutto attraverso quello che stavo già facendo prima, provando attraverso il calcio a organizzare eventi per aiutare e promuovere l’Ucraina. Sarò ancora più impegnato finché la guerra durerà. Devo fare di tutto affinché la gente soffra meno, esserci per aiutare".
In concreto, più che un ruolo di consigliere sembra di poter dire che Shevchenko sarà una sorta di ambasciatore-testimonial della sua terra: "Soprattutto attraverso il calcio cercheremo di promuovere eventi di beneficenza per aiutare l’Ucraina e parlarne sempre di più".
Per esempio osteggiando la riammissione delle squadre giovanili russe e bielorusse under 17 decisa l’altro ieri dalla Uefa, la confederazione europea del calcio: "Sono contrario, l’Ucraina è contraria come anche l’Inghilterra. Finché la guerra dura dobbiamo tenere questa linea e fare di tutto per fermarla. Nel mio Paese si soffre tantissimo. Io non discuto il fatto che si parli di giovani, ma abbiamo la nostra linea come Paese. Un Paese dove si soffre tantissimo, come voi sapete".
Tutto il resto, almeno stavolta, è calcio: nel senso che il consigliere di Zelensky non è andato oltre, rispondendo solo a domande sul golf e sul Milan.
In realtà la sua attività ’politica’ è già iniziata da tempo e non si è mai fermata, anche durante gli ultimi mondiali in Qatar ha incontrato personalità di tutto il mondo cercando di sensibilizzarle, e ha promosso raccolte di fondi con la piattaforma United24 per comprare quello che i bombardamenti hanno distrutto. A partire dai generatori elettrici, in particolare quelli che servono gli ospedali del Paese straziato dal conflitto. Tra i donatori italiani, nei mesi scorsi, anche Giorgio Armani e il Milan hanno fornito un aiuto importante.
Rimane un dubbio, sospeso come le domande che ieri non è stato possibile fare.
Chissà se, prima della morte del suo ex presidente al Milan, Sheva ha mai parlato di Putin con Berlusconi, il quale per le sue esternazioni sulla guerra è stato spesso al centro delle polemiche. Forse no, visto che per Shevchenko, parole sue, "quella persone non esiste". Si riferiva a Putin, ovviamente.