Ottaviani
Dalla repubblica di Georgia alla società a responsabilità limitata Georgia. Alla piazza di Tbilisi, sembra non essere rimasto altro se non ridere amaramente. Ieri il Consiglio elettorale ha eletto come nuovo capo dello Stato Mikheil Kavelashvili, ex calciatore, fondatore di un movimento di estrema destra e grande amico di Bidzina Ivanishvili, imprenditore, oligarca, padrone della Georgia e azionista unico di Sogno Georgiano, il partito di governo. Un Paese a misura e a uso e consumo di businessman, insomma, più russo nella gestione del potere che filorusso in politica estera, ma dove una parte della piazza non ha intenzione di piegarsi e continua a protestare. Ora con determinazione, ora cercando di riderci sopra.
E quindi, ieri mattina, fin dalle 7, si sono presentati davanti al parlamento con palloni da calcio, improvvisando partite con una temperatura abbondantemente inferiore allo zero e un vento gelido. "Questo è un omaggio al nuovo nuovo presidente – spiega Zurab, mentre palleggia davanti a decine di soldati in tenuta antisommossa –. Per me può tornare a giocare allo stadio. Lì si diverte quanto vuole, ma giù le mani dalla democrazia".
Per strada si distribuisce un po’ di tutto: caffè, panini e impermeabili usa e getta per difendersi dai getti degli idranti, piazzati sul viale Rustaveli già dalle prime luci dell’alba. I più fantasiosi, hanno appeso alle fermate dell’autobus un’immagine che ritrae un albero di Natale fatto da poliziotti, con tutti i giochi di parole e gli insulti del caso.
La telefonata di tre giorni fa, fra il presidente francese, Emmanuel Macron e Ivanishvili ha avuto, se non altro, l’effetto di fare dare una calmata alle forze dell’ordine. Ieri, la tanto temuta contrapposizione fra manifestanti e agenti in occasione dell’accensione dell’albero di Natale davanti al parlamento non c’è stata.
La presidente uscente, Salomé Zourabichvili, oltre a non aver riconosciuto l’elezione del nuovo capo dello Stato e chiesto nuovamente la ripetizione voto legislativo, si è messa davanti all’albero della discordia, facendo capire alle migliaia di poliziotti che, prima di toccare i manifestanti, dovevano passare su di lei.
Al sindaco di Tbilisi, Kakhaber Kaladze, altro ex calciatore, promotore dell’iniziativa e che in piazza manco si è visto, non è rimasto altro che dare la colpa ai manifestanti, bollandoli come ‘liberal fascisti’ e dicendo che l’albero di Natale verrà illuminato quando le condizioni lo permetteranno. Negli stessi minuti, gruppi di picchiatori professionisti vicini al governo, chiamati titushki, come nella tradizione russa e ucraina, hanno improvvisato un corteo di protesta. La piazza anti governativa ha risposto ignorandoli sostanzialmente e decorando l’albero di Natale con le immagini delle persone picchiate dai poliziotti nei giorni scorsi. Strage evitata, quindi, ma la contrapposizione fra Sogno Georgiano e chi lo considera un vero e proprio incubo continua. Fino a quando e in che modo, non è ancora dato di saperlo.