Mercoledì 12 Marzo 2025
REDAZIONE ESTERI

"Non vi farò il regalo di odiarvi". La lettera del marito di una vittima di Parigi

La lettera del marito di una delle vittime di Parigi arriva al cuore del Web

Attentati di Parigi (Ansa)

Parigi, 17 novembre 2015 - Hanno ucciso sua moglie. I terroristi dell'Isis gliel'hanno strappata dalle braccia e dal cuore nella notte dell'odio di Parigi. Ma lui, Antoine Leiris, quella parola non vuole pronunciarla. "Non vi farò il regalo di odiarvi", scrive, rivolto ai jihadisti, in una struggente lettera  pubblicata sul suo profilo Facebook. Un messaggio universale, dove la rabbia e la disperazione si trasformano in un'arma ben più potente dell'odio. Perché se guerra è, non basta vincere una battaglia. "La vostra è una battaglia persa", aggiunge. Perché non c'è vendetta più tremenda che l'essere felici. E così sarà per suo figlio, loro figlio. Con orgoglio e fierezza. "Ha appena 17 mesi e farà merenda come ogni giorno e poi giocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la sua vita questo petit garçon vi farà l’affronto di essere libero e felice. Perché no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio".

ECCO IL TESTO INTEGRALE

"Venerdì sera avete rubato la vita di una persona eccezionale, l’amore della mia vita, la madre di mio figlio. Eppure non avrete il mio odio. Non so chi siete e non voglio neanche saperlo. Voi siete anime morte. Se questo Dio per il quale uccidete ciecamente ci ha fatti a sua immagine, ogni pallottola nel corpo di mia moglie sarà stata una ferita nel suo cuore. Perciò non vi farò il regalo di odiarvi. Sarebbe cedere alla stessa ignoranza che ha fatto di voi quello che siete. Voi volete che io abbia paura, che guardi i miei concittadini con diffidenza, che sacrifichi la mia libertà per la sicurezza. Ma la vostra è una battaglia persa.     L’ho vista stamattina. Finalmente, dopo notti e giorni d’attesa. Era tanto bella come quando è uscita venerdì sera, tanto bella come quando mi innamorai perdutamente di lei più di 12 anni fa. Ovviamente sono devastato dal dolore, vi concedo questa piccola vittoria, ma sarà di corta durata. So che lei accompagnerà i nostri giorni e che ci ritroveremo in quel paradiso di anime libere nel quale voi non entrerete mai. Siamo rimasti in due, mio figlio e io, ma siamo più forti di tutti gli eserciti del mondo. Non ho altro tempo da dedicarvi, devo andare da Melvil che si risveglia dal suo pisolino. Ha appena 17 mesi e farà merenda come ogni giorno e poi giocheremo insieme, come ogni giorno, e per tutta la sua vita questo petit garçon vi farà l’affronto di essere libero e felice. Perché no, voi non avrete mai nemmeno il suo odio".

Venti righe, all'incirca. Tutto d'un fiato, più forte di attentati e bombe. Più forti di chi si siede a un tavolo a decidere le sorti del mondo. Più forti di chi uccide senza pietà. Più forti della morte.

La lettera di Antoine Leiris su Facebook