Più vicino al Cremlino per essere più forte nella destra europea. Ieri, per la quattordicesima volta dal 2009, il premier ungherese Viktor Orban ha stretto la mano a Vladimir Putin. Lo ha fatto dopo aver chiesto tre giorni fa – e prontamente ottenuto – udienza al Cremlino per un faccia faccia sulla situazione in Ucraina non concordato con nessuno, né a Bruxelles tantomeno a Kiev. Una mossa che, visto che l’Ungheria ha la presidenza di turno del Consiglio Ue, è deflagrante e ha unito l’Europa contro di lui. Va da sé che Orban non ha ovviamente ottenuto nulla da Putin.
"Mi sono reso conto – ha detto il premier ungherese – che le posizioni sono molto distanti tra loro e che molti passi devono essere fatti per avvicinarsi alla conclusione della guerra. Tuttavia abbiamo fatto un passo molto importante, abbiamo stabilito un contatto e lavorerò ulteriormente su questa questione". È stato un buco nell’acqua atteso e inevitabile, oltre che imbarazzante per l’Ue, ma il movimentismo di Orban, proprio perché è contro la maggioranza a Bruxelles, piace molto alla destra europea. E il fatto che anche la Casa Bianca di Biden lo definisca "preoccupante e controproducente" è un plus.
Domenica Orban e il suo partito di estrema destra, Fidesz, hanno annunciato una nuova alleanza politica con il Partito per la Libertà dell’Austria (Fpö) e il Movimento per l’Azione Ceca dei Cittadini Insoddisfatti (Ano) al fine di creare un nuovo gruppo all’Europarlamento, i Patrioti d’Europa. E le adesioni sono fioccate. Dopo Fidesz (Ungheria) e Ano (Repubblica Ceca); Fpo (Austria) è arrivata Chega (Portogallo). E ieri i Patrioti hanno convinto gli spagnoli di Vox e quindi anche il Pvv di Geert Wilders. E così siamo a quota 38 (ben sopra la soglia di 23) di sei Paesi. Arrivare ad avere esponenti di sette Stati, il minimo per costituire un gruppo, è a un passo. Si tratta con la Lega e con il Partito Democratico Sloveno di Janes Jansa e la Allenza democratica degli ungheresi in Romania (Rmdsz). La decisione di Vox di lasciare l’Ecr è giunta inattesa. Il partito di estrema destra spagnolo lo ha annunciato in una nota, nella quale tra l’altro "esprime la sua amicizia a Giorgia Meloni", presidente del gruppo dei Conservatori, e "a FdI": "Giorgia Meloni sarà sempre una socia, un’amica ed alleata di Vox" ha detto il leader di Vox, Santiago Abascal.
L’ indignazione tra i leader europei per la missione di Orban al Cremlino è unanime. il portavoce della Commissione europea Eric Mamer ha rivelato che l’esecutivo Ue non ne è stato informato. "Questa visita a Mosca mette seriamente in discussione il tradizionale viaggio della Commissione in Ungheria", ha aggiunto.
Ma Orban e Putin sono ben soddisfatti dell’alzata di scudi. Il primo perché aumenta il suo “standing“ nella destra europea, il secondo perchè certifica una divisione in Europa. Che Putin è ben attento a rinfocolare. A Orban che gli chiedeva un cessate il fuoco, Putin ha fatto sapere nella conferenza stampa dopo le due ore e mezzo di colloqui che ha definito "franchi e utili", di essere contrario a una tregua "perchè la Russia vuole una piena e definitiva conclusione del conflitto", ribadendo la richiesta "di un ritiro completo di tutte le truppe ucraine" dalle regioni annesse, dando vieppiù per scontata la sovranità russa sulla Crimea e "altre condizioni". Una umiliante “pax russa“ che sarebbe una sconfitta per Kiev e per l’Occidente. Ma non per Orban, che tiene gli stivali uno a Mosca e uno in Ungheria.