Sabato 21 Dicembre 2024
GIOVANNI SERAFINI
Esteri

Le Pen paga l’impreparazione dei suoi

Marine Le Pen subisce una sconfitta alle elezioni legislative in Francia, finendo terza dietro ai centristi di Macron e al Fronte Popolare. La sua impreparazione e la sottovalutazione della situazione politica le costano cara, mettendo in discussione il futuro del Rassemblement national

Marine Le Pen

Ancora una volta la diga repubblicana ha fermato l’ondata dell’estrema destra in Francia. Nel 2002 aveva respinto l’assalto di Jean-Marie Le Pen. La figlia Marine ha subito la stessa sorte alle presidenziali 2012, 2017 e 2022 (le ultime due battuta da Macron). Ora, alle legislative, non solo non ha vinto ma è finita terza, superata dai centristi di Macron oltre che dal Fronte Popolare, vincitore a sorpresa.

Finire fuorigioco per la quarta volta è grave, uno smacco che potrebbe provocare complicazioni per Marine all’interno del Rassemblement national. "Possiamo andare avanti in questo modo, con milioni di voti che non servono a niente?", si chiedevano ieri sera i militanti. Sta di fatto che Marine ha fallito l’obiettivo tanto sbandierato: Bardella a Matignon e lei, fra tre anni, all’Eliseo. La riscossa della gauche incarnata nei duelli e nelle triangolari ha ribaltato i risultati del primo turno e i pronostici della vigilia. È una débâcle, anche se Marine ha perso con onore dimostrando che il suo partito è comunque ancorato nel panorama politico. Una débâcle prevista da Macron, che sciogliendo il Parlamento ha voluto mettere gli elettori con le spalle al muro: il presidente, che certo non auspicava il successo vistoso del Nuovo Fronte Popolare, era sicuro che la "diga" anti-Le Pen avrebbe funzionato ancora.

Cosa ha giocato contro Marine? In primo luogo l’impreparazione evidente dei suoi uomini, a cominciare dal levigato Jordan Bardella, giovane di belle maniere che spopola su TikTok ma non si intende di pensioni, conti pubblici e default. "Siamo pronti a governare", aveva detto Marine. Non era vero, e tutti o quasi se ne sono accorti. Ma il suo errore maggiore è stato sopravvalutare la rabbia dei francesi, il loro desiderio di rovesciare il tavolo. I tempi sono duri, occorrono persone esperte e alla guida del Paese. Un governo di "tecnici"? Con un premier accettabile per tutti, tipo Christine Lagarde? Lo vedremo nelle prossime ore.