Martedì 16 Luglio 2024
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Le opere degli oligarchi Da Leonardo a Warhol Kiev scheda i capolavori per bloccare gli affari

Pubblicata una lista di 300 dipinti e sculture nelle mani dei ricchi russi: valgono circa 70 miliardi di euro, ma la cifra è calcolata per difetto. Le compravendite diventano difficili anche se il proprietario è anonimo. .

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Le opere degli oligarchi Da Leonardo a Warhol Kiev scheda i capolavori per bloccare gli affari

di Roberto

Giardina

Da quando è iniziata la guerra in Ucraina si dà la caccia ai beni degli oligarchi russi. Facile, ma non tanto, confiscare yacht e ville nelle località più belle e care, dalla Sardegna alla Costa Azzurra, ma le proprietà non sono sempre chiare, il nome del proprietario è occultato da un intrico di quote societarie.

E la Svizzera è restia a punire gli amici di Putin. Ma i miliardari russi da anni fanno razzia di opere d’arte alle aste di Christie’s o Sotheby, e l’Ucraina ha creato un data base, un catalogo dei capolavori da sequestrare, o di mettere all’indice impedendone la vendita. Agli oligarchi non restano come rifugio che i diamanti e i lingotti d’oro, a meno che non siano depositati in cassette di sicurezza nelle banche occidentali. Il valore complessivo delle 300 opere d’arte nelle loro mani ammonterebbe a oltre 65 miliardi di sterline, circa 70 miliardi di euro, secondo il Financial Action Task Force, un ente di controllo internazionale sulla compravendita di opere dalla proprietà dubbia, una cifra calcolata per difetto nel 2021.

Solo il Salvator Mundi di Leonardo Da Vinci, acquistato anni fa dal miliardario Dmitry Rybolovlev, è stato rivenduto nel novembre 2017 a un’asta di Christie´s per 450 milioni di dollari allo sceicco Abdullah bin Fahran, che avrebbe agito come uomo di paglia per il principe saudita Moahammed bin Salan. Le case d’aste sono molto riservate sui nomi dei clienti, e non sempre chi compra è il vero acquirente. Oggi la vendita sarebbe bloccata, il capolavoro di Leonardo sequestrato. Ora dovrebbe essere più difficile o impossibile vendere o comprare una tela registrata dal data base, anche se il proprietario resta anonimo, o sostiene di averla acquistata da un oligarca prima delle sanzioni.

Nello schedario stilato dalla National Agency on Corruption Prevention (Ncacp) ucraina, si trovano le Four Marilyn, i quattro ritratti della Monroe di Andy Warhol, comprati nel 2013 da Mikahil Fridman, uno dei migliori amici di Putin, scrive il Guardian. Secondo l’agenzia, finora è stato troppo facile per gli oligarchi sfuggire alle sanzioni, investendo nell’arte, non solo quadri, anche sculture, o porcellane. Tra i collezionisti russi sono registrati il miliardario Viatcheslav Kantor, il rapper Timur Yunosov, e la modella Dara Zhukova, ex moglie del miliardario Roman Abramovich, da cui ha divorziato sei anni fa.

Abramovich, l’ex proprietario del Chelsea, ha acquistato nel 2014 un trittico di Francis Bacon da Sotheby’s per 86 milioni di dollari. E possiede quaranta opere di Ilya Kabokov, il più famoso artista russo vivente, valutate oltre 60 milioni di dollari. Gli oligarchi non seguono un gusto preciso, ma preferiscono le opere più care, e più facili da rivendere a un privato o a un museo, comprano le statue di Rodin o le tele di Damien Hirst, un Monet o un Picasso. Il database, prevedono gli esperti d’arte, renderà più difficile vendere un capolavoro a un’asta, ma non potrà impedire le vendite occulte. I collezionisti miliardari, sceicchi arabi o nuovi ricchi cinesi, non hanno scrupoli.

E da sempre capolavori rubati nei musei, troppo noti per essere venduti, scompaiono in collezioni segrete.